La decisione è stata adottata dagli inquirenti nell'ambito delle indagini avviate sui mandanti esterni a Cosa nostra per le stragi di Capaci e via d'Amelio e su alcuni informatori dei servizi che potrebbero essere stati coinvolti in omicidi su cui indaga la procura di Palermo. Un ruolo dei 'servizi' è stato ipotizzato per il fallito attentato dell'Addaura a Giovanni Falcone, quando nel 1989 una carica di epslosivo minacciò di far saltare l'abitazione estiva del giudice, che per primo attribuì l'avvertimento a "'menti raffinatissime".
A quell'attentato potrebbe essere legate la misteriosa scomparsa a Palermo di Emanuele Piazza, il giovane collaboratore del Sisde ucciso e poi sciolto nell'acido, e l'uccisione dell'agente Nino Agostino, assassinato misteriosamente nell' estate dell'89 insieme alla moglie. Sull'omicidio Agostino, il pentito Giovan Battista Ferrante ha negato ogni coinvolgimento di Cosa nostra. "Se lo 'asciugarono' loro", ha detto parlando dell'agente palermitano.
I pm nisseni indagano inoltre anche su un altro agente dei servizi che ha la faccia da 'mostro' e che sarebbe stato utilizzato per commettere omicidi in Sicilia.