Turano aveva ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’operazione antimafia “Abe
le” e in quella “Cemento Libero”. Uno degli imprenditori indagati, Liborio Pirrone, disse di aver usato Turano come intermediario per arrivare al consigliere provinciale Pietro Pellerito (che invece è stato rinviato a giudizio) per modificare il contenuto di un referto medico del pronto soccorso dell’ospedale di Alcamo. C’era stato un incidente sul lavoro, ma non doveva figurare come tale. Pellerito, a sua volta, secondo le accuse a suo carico si sarebbe impegnato per contattare Angelo Calandra, medico dell’ospedale, per falsificare il referto e farlo diventare la causa del ricovero un incidente stradale.
Pirrone è titolare della “Medicementi”. Secondo la Dda non ci sono elementi certi per sostenere l’accusa di 416 bis, e i rapporti con Pirrone “sono ascrivibili ad attivitĂ e favori personali che ben si contestualizzano nell’attivitĂ politica svolta”. Turano padre era difeso dall’Avvocato Baldassarre Lauria.
Non è la prima archiviazione di Turano. Fu indagato anche nell’operazione “Arca”, e anche lì ottenne l’archiviazione. Nel gennaio del 2002 il collaboratore di giustizia Armando Palmeri, deponendo al processo "Arca", aveva riferito di aver consegnato a Vito Turano somme di denaro destinate al boss alcamese Vincenzo Milazzo, assassinato nel 1993. L'ex sindaco, a seguito di dichiarazioni rese dal collaboratore, era stato iscritto, nel 2000, nel registro degli indagati. Turano era stato accusato da Palmeri anche di aver trasformato in edificabili alcuni terreni agricoli, favorendo alcuni appartenenti alle cosche mafiose.