Una norma che ridimensionerebbe i benefici fin qui ottenuti con la legge 109/96 che aveva introdotto il principio dell’utilizzo sociale di questi beni, accogliendo una petizione firmata da un milione di cittadini italiani che avevano a loro volta deciso di proseguire idealmente l’impegno di Pio La Torre per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Sebbene in questi anni si siano spesso riscontrati problemi e ritardi nell’assegnazione di tali beni, questa norma – secondo Libera – segnerebbe una resa dello Stato e consentirebbe alla mafia, magari tramite qualche prestanome, di tornare in possesso di quegli edifici e quei terreni che le erano stati sottratti grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine.
Con quest’iniziativa Libera intende chiedere al governo e al Parlamento di ritirare l’emendamento e di pensare invece a potenziare gli strumenti di indagine contro il malaffare, andando incontro alle ripetute richieste di uomini e mezzi che arrivano dalle aree a più alta densità mafiosa del territorio. E, al contempo, di introdurre nuove norme che facilitino il riutilizzo sociale dei beni.
Il presidio marsalese di Libera, coordinato da Salvatore Inguì, invita pertanto tutti i cittadini a firmare i moduli per la petizione che già si trovano presso il negozio Globe Art di Via XI Maggio 58, l’enoteca Morsi & Sorsi di via Armando Diaz e il Caffè Letterario Merkaba.