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04/12/2009 09:12:32

Il pentito Spatuzza:"Graviano mi disse che avevamo l'aiuto di Berlusconi"

Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo".

 

 

 


12,40 - "Giuseppe Graviano durante un incontro avvenuto nel '94 mi disse 'e' bene che ci portiamo un po' di morti dietro, così chi si deve dare una mossa se la da...'. Me lo disse quando io feci delle rimostranze al suo progetto di uccidere 'un bel po' di carabinieri" continua Spatuzza - Dissi a Graviano che ci stavamo portando un po' di morti che non ci appartenevano, pensavo ad esempio ai cinque morti che c'erano stati tra Milano e Firenze, tra cui la bellissima bambina fiorentina. Era un terrorismo che a noi non apparteneva. Ma Graviamo mi disse che era bene che ci portassimo dietro questi morti".  In aula a Torino sta parlando il pentito Spatuzza, sulle stragi di mafia del '93 e sul ruolo di Dell'Utri, amico e consigliere di Berlusconi. "Il progetto di attentato allo stadio Olimpico prevedeva 50 chili di tondini" rivela Spatuzza. "Quando avvennero Capaci e via D'Amelio abbiamo vigliaccamente gioito. Quelle sono stragi che ci appartengono. Mentre l'attentato di Firenze non ci appartiene" continua Spatuzza, che ha cominciato così: "Ho fatto parte dagli anni Ottanta al Duemila di un'associazione terroristico-mafiosa denominata Cosa nostra. Dico terroristica per quello che mi consta personalmente, perchè dopo gli attentati di via D'Amelio e Capaci, ci siamo spinti oltre, come l'attentato al dottor Costanzo".

 

12,00- E' iniziata la deposizione di Gaspare Spatuzza, il pentito di mafia affiliato alla famiglia del quartiere Brancaccio di Palermo, al processo d'appello contro Marcello Dell'Utri. Spatuzza ha indicato Dell'Utri e Berlusconi come i referenti politici delle stragi di mafia del 1993.

11,30 - 'I Graviano? Non li ho mai conosciuti, io non conosco nessuno. Lo ha detto il senatore Marcello Dell'Utri, in una pausa del processo d'appello che lo vede imputato per il reato di concorso in associazione mafiosa.  "Io conoscevo Vittorio Mangano - ha affermato Dell'Utri - punto e basta".

La II Sezione della Corte d'Appello di Palermo, in trasferta a Torino per il processo al senatore Marcello Dell'Utri, è in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni sollevate dai legali dell'imputato. I difensori del senatore hanno chiesto ai giudici di revocare l'ammissione dell'esame del pentito Gaspare Spatuzza, prevista per oggi, e hanno sollevato un'eccezione di legittimità costituzionale della norma sulla rinnovazione parziale del dibattimento nel secondo grado di giudizio.
 

10,10 -  A sorpresa l'avvocato Alessandro Sammarco ha chiesto ai giudici della seconda sezione della Corte d'appello di revocare l'ordinanza con cui avevano ammesso la testimonianza dell'ex boss. "Quello che sta accadendo in questo processo - ha spiegato - è del tutto anomalo. Il dibattimento era giunto al termine, quando è stato inondato da quintali di documenti relativi a temi diversi da quelli trattati in primo grado".
Presente un numeroso pubblico: studenti di giurisprudenza, avvocati e semplici curiosi. Il tutto è blindato da un imponente dispositivo di sicurezza, con carabinieri e poliziotti in divisa e in borghese.
Il procuratore generale di Palermo, Antonino Gatto, ha parlato, rispetto all'udienza di oggi, di ''aspettativa eccessiva. Si sta enfatizzando troppo qualcosa che ha il rilievo ma non cosi' eccessivo''.
Anche il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, e' arrivato all'udienza torinese per la deposizione.

 

Imponenti misure di sicurezza, oltre duecento giornalisti provenienti da tutto il mondo e grande attesa a Torino per la deposizione del pentito di Cosa Nostra Gaspare Spatuzza al processo d'appello contro Marcello Dell'Utri. Il senatore del Pdl è stato condannato in primo grado a 9 anni per concorso di associazione mafiosa. Spatuzza riferì ai pm che la mafia, fra il '93 e il '94, aveva in Dell'Utri e Berlusconi i suoi referenti politici.

Il pentito di Cosa nostra deporrà nell'aula bunker del Palazzo di Giustizia di Torino, quella del processo Thyssen e la stessa che ospiterà tra pochi giorni il processo Eternit. L'udienza della corte d'appello di Palermo si tiene nel capoluogo piemontese per motivi di sicurezza. Accanto a palazzo di giustizia sarà chiuso al traffico il controviale di via Cavalli, mentre saranno transitabili regolarmente sia via Falcone e Borsellino che corso Vittorio Emanuele.

Spatuzza dovrà ripetere in aula quanto detto ai pm, cioè di aver saputo dai suoi boss, i fratelli Graviano, che Cosa Nostra fra il '93 e il '94 aveva in Dell'Utri e Berlusconi i suoi referenti politici. Spatuzza potrebbe chiamare in causa il premier e Marcello Dell'Utri in merito alle stragi mafiose del '92 e '93. Una giornata che rischia di essere turbolenta e che potrebbe rendere ancora più teso il clima politico nel Paese.

Il pentito, per il quale la procura di Firenze ha chiesto il programma di protezione, parlerà al microfono protetto da un paravento. Spatuzza, che è stato anche sottoposto a confronto con i suoi ex capimandamento di Brancaccio, Filippo e Giuseppe Graviano, ha riempito un migliaio di pagine di verbali, da tempo a disposizione dei magistrati di Palermo, ricostruendo la storia delle stragi di mafia del `90 e gli intrecci tra Cosa Nostra e la politica, sollevando pesanti accuse nei confronti del Presidente del Consiglio.