«Quelle di Spatuzza sono vere e proprie farneticazioni dettate da chi vuole colpire un governo che sta facendo quello che non è mai stato fatto contro la mafia negli ultimi 50 anni». Maroni ha aggiunto che «Le catture dei latitanti non sono mai a orologeria. Sarebbe un'idiozia pensare una cosa del genere». Maroni ha anche precisato che Nicchi «Ã¨ il numero due di Cosa Nostra, dopo l'arresto di Domenico Raccuglia. Si tratta di un killer spietato e potente».
«Adesso rimane solo il numero uno, Matteo Messina Denaro. E il cerchio si sta stringendo - ha aggiunto Maroni - Sono convinto che molto presto prenderemo anche lui».
Il trapanese Matteo Messina Denaro è considerato ormai il capo di Cosa Nostra. Gli investigatori lo cercano da oltre 16 anni. E' un enfant prodige: a quattordici anni inizia ad usare le armi da fuoco e a diciotto uccide quella che sarà la sua prima vittima. Confidò ad un amico "Con le persone che ho ammazzato, io potrei fare un cimitero". Secondo alcune fonti sarebbero almeno 50 i delitti compiuti da Messina Denaro. In un pizzino scrisse: "io non andrò mai via di mia volontà , ho un codice d'onore da rispettare". La sua immagine è diversa da quella dei boss corleonesi che mangiano cicoria in rifugi dispersi nelle campagne. Si dice che ami il lusso e si muova su auto sportive, portando al polso orologi Rolex Daytona e indossando abiti griffati. E' sposato con Maria Mesi (condannata il 28 marzo 2001 per favoreggiamento) ed è cognato di Giuseppe Guttadauro, il medico boss di Brancaccio, che ne ha sposato la sorella Maria Messina. Il suo soprannome Diabolik deriva dalla passione per il famoso personaggio dei fumetti di cui si dice volesse copiare le celebri mitragliatrici sul cofano dell'auto. Dopo l'arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo sarebbe lui il nuovo capo di Cosa Nostra. Il latitante ha allargato i propri affari in molti Paesi. Gli investigatori hanno accertato che il boss si è recato in Austria, Svizzera, Grecia, Spagna e Tunisia. E Cosa nostra trapanese avrebbe allargato i propri interessi anche in Venezuela.
Secondo Giuseppe Gualtieri, che l'11 aprile del 2006 era a capo della Squadra mobile di Palermo quando fu arrestato Provenzano nelle campagne di Corleone, la cattura del numero due di Cosa nostra "rendera' adesso piu' cauto" il numero uno della mafia, cioe' il boss latitante Matteo Messina Denaro
Gualtieri guida, insieme con il capo della Squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares, gli uomini che sono sulle tracce del boss di Castelvetrano, nel trapanese.