Si terra' questa mattina davanti al gip del Tribunale di Palermo, l'udienza di convalida dei due favoreggiatori del boss Giovanni Nicchi, arrestati sabato pomeriggio, insieme con l'astro nascente di Cosa nostra, in un appartamento nei pressi del Palazzo di giustizia di Palermo. In carcere con Nicchi sono finiti, per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, Giusi Amato, 27 anni, ex moglie dell'autista di un boss mafioso poi morto suicida, e Alessandro Presti, 19 anni, disoccupato. I due verranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari alla presenza dei pm Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio.
IL PIZZO CHIESTO ANCHE AI CINESI. Nicchi, durante la sua latitanza, ma anche prima di essere ricercato, avrebbe imposto il pizzo persino ai negozianti cinesi di Palermo. E' quanto emerge dal processo 'Gotha', terminato con una condanna a quindici anni di reclusione per l'astro nascente di Cosa nostra.
Nel corso delle indagini di 'Gotha', la Squadra Mobile di Palermo aveva intercettato, all'interno del box di lamiera dove il boss Antonino Rotolo era solito incontrare gli altri esponenti dell'associazione mafiosa, alcune conversazioni che "testimoniano - hanno scritto i magistrati - la preparazione e la commissione di una serie di danneggiamenti, a scopo estorsivo, in danno di numerosi commercianti di origine cinese che gestiscono esercizi commerciali nella zona della stazione centrale di Palermo".
Nella prima conversazione, intercettata alle 17.20 del 21 ottobre 2005, Giovanni Nicchi aveva informato il suo 'padrino' Rotolo, oggi in carcere, in presenza di Giovanni Cancemi, "di alcuni danneggiamenti effettuati in danno di esercizi commerciali gestiti da persone di nazionalita' cinese e di una ulteriore azione criminale da portare a termine a breve". Come hanno appurato gli investigatori "dal tenore della conversazione si evince che l'intento del Nicchi era quello di indurre gli esercenti cinesi alla ricerca di ''protezione'' da parte dell'organizzazione mafiosa, imponendo il pagamento del ''pizzo'' in cambio della garanzia di poter svolgere tranquillamente l' attivita' commerciale".
SU FACEBOOK: "NICCHI PENTITI".... Il popolo della Rete invita il boss Gianni Nicchi, catturato dalla polizia, a collaborare con la giustizia. Su Facebook, dopo il gruppo di fan della squadra Catturandi della Mobile palermitana, che ha arrestato il capomafia, è nato quello che incita il giovane rampollo di Cosa nostra a pentirsi.
"Gianni Nicchi, sei un boss mafioso - si legge nella bacheca del gruppo - ma sei ancora giovane e secondo gli atti giudiziari non hai commesso reati di sangue. Hai due figlie piccole e una compagna giovane. Puoi dare una chance a loro e a te. Puoi ancora fare del bene fuggendo dal male. Dai una lezione a tutti dando le spalle a cosa nostra. Pentiti e collabora con la giustizia. La tua vità sarà più leggera. Ma soprattutto sarà più felice e serena quella dei tuoi figli".
....E IL GRUPPO DI SOSTEGNO ALLA SQUADRA CATTURANDI. I fan sono quasi 5 mila. Ma la fila dei tifosi e' destinata a crescere. Gli eroi, questa volta, non sono calciatori, attori o cantanti, ma i poliziotti della Catturandi di Palermo. Ormai un mito, nonostante non abbiamo un volto, accuratamente protetto dai passamontagna. Facebook - in passato travolta dalle polemiche per avere dato spazio a gruppi che inneggiavano ai capimafia - celebra l'incubo dei latitanti di mafia, i "cacciatori di fantasmi", coloro che uno dopo l'altro hanno fatto piazza pulita dei capi di cosa nostra palermitana, l'ultimo in elenco Gianni Nicchi, sabato scorso, appena due settimane dopo Mimmo Raccuglia. "La Sicilia vera e onesta e' con voi. La mafia fa schifo", dice Flavio dopo la cattura del boss 28enne. "Il 5 dicembre e' una data importante per noi - aggiunge Ina - Palermo non ha piu' padrini". "Siamo noi la Sicilia, quella vera siamo noi", sentenzia ancora un'altra "ultra'" della Catturandi, Eleonora. Per Rosalba "e' la realizzazione di un sogno: vivere senza mafia". Da Bergamo Adriana, racconta che "l'esultanza di Palermo e' la mia. Nella mia citta' piangevo di gioia e di amore per questa Palermo che ho conosciuto di persona il 18, 19 e 20 luglio", durante le manifestazioni per Paolo Borsellino e la sua scorta. Andrea ricorda che i poliziotti devono combattere anche "con la mancanza di mezzi tecnici e persino della carta per scrivere le denunce. Si rifletta su questo fatto". Sono "eroi sconosciuti per 1400 euro al mese", secondo Salvatore, "eroi dello Stato che non avranno mai una statua anche se rischiano ogni giorno la vita per la nostra Repubblica. Forza ragazzi e ragazze, avete il sostengo di tutte le persone oneste". Cosi', arriva il messaggio di Maurizio, che ne racchiude molti altri: "Solo il pubblico ringraziamento dei siciliani onesti puo' in minima parte ripagare i sacrifici, i rischi e le privazioni familiari degli uomini e delle donne appartenenti alla Squadra Catturandi. Che Dio vi protegga, siamo tutti con voi"