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15/01/2010 10:57:36

Il 3 Febbraio lo sciopero per Termini Imerese

La protesta è la reazione alle parole con cui l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha confermato da Detroit la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese. Da parte sua, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha convocato per il 29 gennaio il Tavolo dell'Auto per discutere del futuro dell'impianto siciliano.

Il discorso di Marchionne. Termini Imerese, ha affermato Marchionne, "non è in grado di competere" e la decisione di chiudere lo stabilimento siciliano "è irreversibile". Dal palco dell'Automotive News Congress, l'ad ha confermato ancora una volta la posizione del Lingotto sostenendo che la Fiat è un'azienda e ha le responsabilità di un'azienda. Non ha le responsabilità di un governo, è il governo che deve governare. "Siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese", ha affermato.

Le parole di Marchionne sono arrivate dopo che una voce si era alzata dalla platea del convegno affermando: "Fiat-Chrysler una vergogna" per la vertenza dello stabilimento siciliano e aveva interrotto l'intervento dell'ad per alcuni istanti. Un secondo episodio è avvenuto al termine del discorso dell'amministratore delegato, quando una ragazza ha accusato Chrysler per la morte della madre. Sia il primo contestatore che la ragazza sono stati allontanati.

Ma Marchionne, oltre alle proteste, ha incassato gli applausi e le risate della platea. E anche l'appoggio del sindacato dei metalmeccanici americani, lo United Auto Worker: mentre si apprestava a lasciare la sala, l'ad di Chrysler è stato avvicinato da quattro persone con indosso un giubbotto del Uaw e che, a nome dell'intero sindacato, lo hanno ringraziato per il lavoro che sta svolgendo per il rilancio di Chrysler.


Le reazioni dei sindacati. Per il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, le dichiarazioni di Marchionne sono di "un'arroganza intollerabile".

Duro anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni: "Quando un'azienda non si rifa alle regole di mercato e chiede soldi al pubblico, è interesse pubblico richiedere il salvataggio intero di un sito industriale. Non ci sono regole di mercato a metà".

Da parte sua, il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, sostiene che la Fiat nella fabbrica siciliana dovrebbe produrre componenti.

Lo sciopero del 3 febbraio, affermano Fim, Fiom, Uilm e Fismic, è la prima iniziativa nei confronti della Fiat e del governo "allo scopo di rilanciare il settore automotive nel nostro Paese". I sindacati ribadiscono che "non sono accettabili chiusure o ridimensionamenti di stabilimenti" e chiedono alla Fiat "di cambiare rotta nelle relazioni sindacali", preannunciando altre iniziative di lotta. Sempre per il 3 febbraio ha proclamato lo sciopero del gruppo la segreteria nazionale dell'Ugl.

Scajola. "Resto convinto che Termini Imerese debba rimanere un polo industriale - ha affermato il ministro - e che possa continuare a operare nell'ambito dell'automotive. Stiamo lavorando con Fiat e con gli altri possibili soggetti interessati per garantire un futuro all'area". Il ministro ha nominato una task force tecnica con il compito di analizzare la situazione dello stabilimento siciliano e di valutare le diverse proposte. E ha scritto al neo commissario europeo per l'Industria, Antonio Tajani, per sollecitare la convocazione di una riunione dei ministri dell'Industria europei sulla situazione del settore automobilistico.