Poggioreale, Salaparuta, Gibellina, Salemi, Santa Ninfa, Partanna, Vita e Calatafimi i paesi più duramente colpiti nel versante trapanese del Belice dove la ferita del sisma rimane ancora aperta.
Il 15 gennaio non si ebbe l'immediata sensazione della gravità del fatto dato che a quel tempo la zona interessata non era considerata critica dal punto di vista sismico. Il terremoto venne sottovalutato nella sua entità al punto che molti quotidiani riportarono la notizia di pochi feriti e qualche casa lesionata.
La realtà si manifestò in tutta la sua terribile evidenza solo quando giunsero i primi soccorsi in prossimità dell'epicentro approssimativamente posto tra Gibellina, Salaparuta e Poggioreale: le strade erano state quasi risucchiate dalla terra. In conseguenza di ciò molti collegamenti con i paesi colpiti erano ancora impossibili ventiquattro ore dopo il violento sisma. Ciò rese ancora più confusa l'opera dei soccorritori già poco coordinati e gli interventi furono del tutto frammentati.
Nei giorni seguenti visitarono la zona il presidente della repubblica Giuseppe Saragat e il ministro dell'interno Paolo Emilio Taviani. Furono impegnati nei soccorsi più di mille vigili del fuoco [2], la Croce Rossa, l'esercito. Il pilota di uno degli aerei impegnati nella ricognizione della zona dichiarò di avere visto "uno spettacolo da bomba atomica [...] Ho volato su un inferno".
Nel 42° anniversario del tragico evento, ieri i sindaci dei 21 Comuni - ricadenti oltre che nella provincia di Trapani anche in quelle di Agrigento e Palermo - all'epoca distrutti dal terremoto si sono recati a Roma dove in piazza Montecitorio dove hanno manifestato dalle 16 alle 23. Hanno indossato la fascia tricolore e hanno stretto una candela, simbolo della speranza. L'obiettivo è di riaccendere le luci su una storia dimenticata e di richiamare il Parlamento e il Governo al rispetto degli impegni più volte assunti relativamente allo stanziamento delle risorse necessarie a chiudere le procedure da troppi anni aperte. Hanno chiesto che lo sviluppo del Belice venga progettato con gli enti locali. Per i sindaci "i ritardi, gli errori, le responsabilità diffuse dello Stato e della Regione non hanno consentito di dare dopo 42 anni una casa a tutti quelli che l'hanno perduta, né di onorare l'impegno assunto dallo Stato per uno sviluppo economico del territorio".
La decisione di andare a manifestare nella Capitale, dove erano presenti anche i presidenti della Regione Raffaele Lombardo, della III Commissione legislativa all'Ars Salvino Caputo e dei Consigli comunali, è stata assunta lunedì, durante una riunione che il Coordinamento dei sindaci ha tenuto a Partanna da dove un pensiero è stato rivolto alle vittime del sisma che nel 2009 ha colpito la provincia de L'Aquila. Contestualmente un omaggio è stato reso a quanti negli ultimi 4 decenni "hanno lavorato per ridare un futuro e la speranza a questa terra".
I primi cittadini, ciascuno dei quali ha organizzato eventi finalizzati a non dimenticare, ricordano inoltre che nel corso della visita, lo scorso 23 maggio, a Gibellina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avevano rappresentato la necessità che lo Stato curasse in modo definitivo le ferite lasciate ancora aperte dal sisma del 1968.
Oggi, a partire dalle 9,30, il Cresm presenterà , nella sala convegni della Società operaia, «Le terre che tremarono», il progetto della memoria utile a gettare le basi per il futuro che è finanziato dalla Fondazione per il Sud e che viene portato avanti con la partnership di Clac, Eco e Le Mat.
Uno degli obiettivi più significativi del progetto rimane quello di ricostruire la memoria dei luoghi rasi al suolo 42 anni fa e di realizzare, nella sede del Cresm, a Gibellina, un museo in cui "esporre" testimonianze verbali e iconografiche che dovranno far diventare il luogo uno spazio di interesse turistico, culturale, storico, artistico e produttivo.
Il convegno, che intende far riflettere sul fatto che nelle ricostruzioni dei paesi devastati da calamità naturali vanno ascoltati i residenti del posto, andrà avanti per tutto il giorno. Durante i lavori, aperti dai saluti tra gli altri del presidente della Provincia Turano e del sindaco Pellicane e moderati in mattinata da Giovanni Ingoglia e nel pomeriggio da Alessandro La Grassa, presidente del Cresm, interverranno 13 relatori.
Alle 16,30 al Museo delle Trame, a Gibellina, sarà inaugurata la mostra fotografica curata dalla Guardia di Finanza "Le operazioni di soccorso della Guardia di Finanza nella Valle del Belice, gennaio 1968". Saranno presenti, tra gli altri, il comandante regionale Sicilia delle Fiamme gialle gen. Domenico Achille, il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il prefetto Stefano Trotta.
Domani, sempre alle 16,30, ma al centro sociale di piazza Aldo Moro a Santa Ninfa sarà presentato il libro "Giù nel Sud" di Pasquale Gruppuso. Il 21 gennaio, infine, il Coordinamento dei sindaci della Valle del Belice alle 18 si riunirà a Corleone (Palermo).