A ribadire di aver subito richieste estorsive dal 40enne Giuseppe De Vita, gestore del lido ''Laguna dello Stagnone'', sono stati Antonio e Sebastiano De Pasquale, padre e figlio, che davanti al giudice monocratico Riccardo Alcamo (subentrato alla collega Annalisa Amato, adesso all'ufficio Gip) non hanno avuto difficoltà a ricordare le pretese dell'imputato.
A testimoniare, ieri, sono stati anche il comandante del distaccamento di Erice del Corpo Forestale, Michele Asarisi, ed una guardia, Antonio Bastone, che nel febbraio 2008, dopo avere ricevuto la denuncia delle vittime, hanno fotocopiato i due assegni che queste, l'indomani, hanno consegnato al De Vita. Una scena, quest'ultima, che veniva filmata dai carabinieri che stavano su una motovedetta al largo della spiaggia. L'indagine, infatti, è stata condotta in stretta collaborazione tra Forestale e CC.
E sui particolari della ''trappola'' tesa al gestore del lido, in aula, i testi hanno risposto in maniera molto dettagliata soprattutto alle domande fatte dall'avvocato Giuseppe Gandolfo, che rappresenta la locale Associazione Antiracket, costituitasi parte civile.
De Vita, arrestato dai carabinieri in flagranza di reato il 17 febbraio 2008, è accusato di aver preteso ed ottenuto, tra il 2007 e il 2008, il pagamento di ben 15 mila euro dai tre camionisti che si erano aggiudicati l'appalto per il trasporto del sale prodotto dalla Sosalt sull'Isola Lunga.
Nel processo è imputata anche la moglie del gestore del lido, la 39enne Ombretta Nizza, titolare della concessione demaniale, denunciata perché avrebbe minacciato le vittime affinché queste ritrattassero le accuse. Ciò, però, non è accaduto. E lo scorso 5 novembre, in aula, a confermare quanto già denunciato era stato un altro autotrasportatore, Paolo Augello. Alla prossima udienza (il 17 marzo) saranno, invece, chiamati a deporre cinque carabinieri che parteciparono all'indagine.
Antonio Pizzo - La Sicilia