L'appuntamento è per il 5 Febbraio. L'inchiesta è seguita dal sostituto Nino Di Matteo, che sosterrà davanti al giudice dell´udienza preliminare Vittorio Anania la richiesta di processare nuovamente Cuffaro, per concorso esterno in associazione mafiosa: «Nella sua veste di esponente politico di spicco e di presidente della Regione, Cuffaro consapevolmente e fattivamente ha contribuito al sostegno e al rafforzamento dell´associazione Cosa nostra, intrattenendo, anche al fine della ricerca e dell´acquisizione di sostegno elettorale, rapporti diretti o mediati con numerosi esponenti di spicco dell´organizzazione».Un´accusa che si baserà , per buona parte, su quanto già oggetto del processo conclusosi sabato in appello, con pochi "fatti nuovi" riferiti negli ultimi due anni da alcuni collaboratori di giustizia e da qualche testimone imputato in altri processi di mafia. Come l´imprenditore Gaspare Romano, già condannato per favoreggiamento ai Brusca, che ha tirato fuori il racconto di un pranzo in campagna quindici anni fa che avrebbe visto Cuffaro seduto allo stesso tavolo con Santino Di Matteo, uno degli assassini di Falcone poi pentitosi, e con Emanuele Brusca, uno dei fratelli del boss di San Giuseppe Jato, e Rino Lo Nigro, uno dei superburocrati della Regione appena confermato da Lombardo il cui nome è recentemente comparso nell´inchiesta sull´arresto del boss Mimmo Raccuglia. «La conviviale si tenne nelle campagne di Portella della Ginestra, quindici anni fa o forse più - ha raccontato Gaspare Romano - in quella occasione, che non era per fini elettorali, conobbi Cuffaro. C´era anche un tale Rino Lo Nigro, nella cui casa ho poi visto altre volte Cuffaro». Il verbale è finito dentro i sessanta fascicoli depositati dalla Procura a sostegno della nuova richiesta di rinvio a giudizio.