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29/01/2010 08:37:17

Ecco il piano del Governo contro le mafie. Si muove anche Confindustria. Le critiche del Pd

 Per la prima volta l'esecutivo si è riunito a Reggio Calabria, presidiata per l'occasione da un imponente dispositivo di sicurezza dopo i recenti episodi intimidatori messi a segno dalla criminalità organizzata, dalla bomba contro la Procura generale al ritrovamento dell'auto con esplosivo e armi durante la visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano. E ha dato il via libera al piano straordinario, messo a punto dai ministri della Giustizia e dell'Interno Angelino Alfano e Roberto Maroni. Decidendo, inoltre, che la sede dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati, sarà Reggio Calabria. "Abbiamo fatto un grande lavoro per riassettare tutti gli impianti legislativi. Abbiamo dato il via libera al piano, c'è un codice delle leggi antimafia per favorire una maggiore attività di contrasto" dice Berlusconi. Che si dice convinto che "la riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali". Tornando a chiedere lo stop alle fiction sulla mafia e lanciando una frecciata ai media: "Questa è l'Italia vera, diversa da quella descritta dai mezzi di informazione".

"Per battere la mafia bisogna aggredire il patrimonio mafioso. Metteremo questo obiettivo al centro dell'attività di contrasto. E se i mafiosi ricomprano i beni, noi li risequestriamo un'altra volta" dice Berlusconi illustrando i dieci punti del documento che, tre le varie cose, istituisce l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati che si insedierà "entro 15 giorni". Nel ddl sono contenute norme per un codice delle leggi antimafia, si prevedono nuovi strumenti di agggressione ai patrimoni dei mafiosi e nuove misure per il contrasto alla ecomafie. Sono inoltre introdotte altre misure di sostegno alle vittime del racket ("creeremo uno scudo assicurativo") e dell'usura e si istituisce una mappa informatica della criminalità organizzata. Altre norme prevvedono il potenziamento delle azioni antimafia nel settore degli appalti (sarà realizzata una "white list" delle imprese di cui tenere conto al momento di affidamento di appalti), un piano internazionale contro le criminalità transnazionale. "La Direzione Investigativa Antimafia è una struttura di eccellenza, che ha tanti compiti, ma da ora in avanti avrà come priorità l'aggressione ai patrimoni mafiosi" spiega Maroni. Mentre Berlusconi rivendica i risultato ottenuti: "Abbiamo già ottenuto risultati straordinari, come le 427 operazioni di polizia giudiziaria, le 4.236 persone arrestate e i 310 latitanti presi, un aumento dell'85% rispetto ai governi della sinistra".

 "Il numero di operazione di polizia contro le organizzazioni criminali è aumentato del 300%. Un aumento "dal 30 al 300% rispetto al periodo precedente al governo Berlusconi". Il ministro dell'interno, traccia un bilancio dell'attività delle forze dell'ordine contro la criminalità:"Nei 19 mesi del governo Berlusconi sono stati sequestrati 12.111 beni mobili e immobili alle organizzazioni criminali, per un controvalore di 7 miliardi di euro (+100% rispetto allo stesso periodo precedente) e sono stati confiscati 3.122 Beni per un controvalore di circa 2 miliardi di euro (+345%)".

Via libera all'applicazione del piano del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, per il controllo di 20mila imprese attive nei settori dell'agricoltura e dell'edilizia nelle quattro regioni a "rischio" del Mezzogiorno, ovvero Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il piano impiegherà 550 ispettori ed è stato voluto per contrastare il lavoro irregolare, soprattutto laddove connesso a infiltrazioni criminose, sfruttamento della mano d'opera nel'ambito dell'economia sommersa e tutela del lavoratore. Gli ispettori provengono dallo stesso ministero, dall'Inps e dai carabinieri.

CONFINDUSTRIA. Confindustria ha deciso di imporre l'obbligo agli imprenditori vessati a sporgere denuncia, pena sospensione o espulsione dall'associazione. Lo ha annunciato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, apprezzando la volonta' del governo di fare una 'battaglia forte' contro la mafia. 'Si tratta -ha spiegato Marcegaglia- di una decisione che rafforza il nostro impegno in prima linea contro la criminalita''. Sulla battaglia al lavoro nero e alla illegalita' e' intervenuto, al termine della giunta che si e' riunita oggi in Confindustria, anche il direttore generale dell'organizzazione, Giampaolo Galli: 'Tutto cio' che va nella direzione di contrastare il lavoro nero, il sommerso e l'evasione fiscale - ha sottolineato - trova in Confindustria un attore che condivide l'azione del governo'.

Anche Galli ha sottolineato l'importanza di risolvere 'un problema di convivenza civile perche' le imprese in nero fanno concorrenza sleale a quelle in regola. Queste imprese -ha aggiunto Galli- distorcono in maniera inaccettabile i meccanismi di mercato'. Il presidente di Confindustria ha invece bollato come 'una fesseria totale che va eliminata al piu' presto' l'emendamento votato al Senato che fissa un tetto agli stipendi dei manager. 'Non ha nessun senso -ha spiegato- anche perche' sono manager di aziende private. La trasparenza va bene, ma le aziende quotate hanno gia' quest'obbligo: quindi si ridice una cosa che gia' esiste'.

 PD. "Il governo anziché dotarsi di efficaci norme antimafia sceglie la strada della propaganda". Lo dice il presidente della commissione regionale antimafia, Lillo Speziale commentando il via libera al piano straordinario per il contrasto delle mafie deciso dal Cdm straordinario tenuto oggi a Reggio Calabria. "Quello che è successo - aggiunge Speziale - ha il sapore della pura propaganda elettorale in una regione che tra poco più di un mese sarà chiamata
alle urne. Basti pensare che la legge che consente di aggredire i patrimoni dei mafiosi esiste già ed è la Rognoni-La Torré che prevedeva, fra l'altro, di risarcire i territori colpiti dalla presenza mafiosa".

 

"In materia di contrasto alle infiltrazioni negli appalti - continua - il governo nazionale potrebbe mutuare quanto già previsto dalla legge regionale recentemente approvata in Sicilia che, all'articolo 2, prescrive per le imprese aggiudicatarie l'indicazione di un unico conto corrente per rendere tracciabile tutta la spesa legata all'opera da realizzare". "E' assolutamente necessario - conclude il parlamentare del Pd - che il Consiglio dei ministri approvi una misura che potenzi la presenza delle forze dell'ordine sul territorio e copra anche con provvedimenti straordinari i vuoti che ci sono in procure importanti, anziché prevedere, così come pensato, che i beni confiscati vengano vendute esclusivamente per risanare i conti dello Stato".

 

“Ben venga l’Agenzia nazionale dei beni confiscati, se ha come obiettivo quello di accorciare i tempi di assegnazione degli immobili e mettere ordine sulla materia. Ma è paradossale che a fronte di questa iniziativa, il governo intenda continuare sulla strada della vendita all’asta delle proprietà sottratte alle mafie. In altre parole, da un lato si cercano nuovi strumenti di lotta alla criminalità organizzata, dall’altro si agevolano i boss”. Lo ha detto l’europarlamentare Rita Borsellino, a proposito dell’istituzione dell’Agenzia dei beni confiscati decisa oggi in Consiglio dei ministri. “Altro paradosso – ha aggiunto – è che mentre l’Europa, come confermato dal Commissario designato per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, si sta adoperando per una normativa comunitaria che estenda a tutti i paesi membri il riuso sociale dei beni confiscati, sul modello della legge di iniziativa popolare Rognoni-La Torre, Italia si muove nella direzione opposta”.

 

"Con il varo del piano straordinario di contrasto alla criminalità organizzata il governo Berlusconi dimostra ancora una volta che la lotta concreta alle mafie è uno dei suoi principi guida. Ne siamo orgogliosi e ne andiamo fieri". Lo afferma il capogruppo del Pdl-Sicilia all'Ars Giulia Adamo. "Tuttavia - aggiunge - invito i nostri parlamentari nazionali di riferimento a votare contro i provvedimenti legislativi che attueranno questo maxi piano qualora non venisse recepito il principio federalista della suddivisione territoriale dei fondi sequestrati alle mafie e affluiti nel Fondo unico di giustizia". Il capogruppo del Pdl-Sicilia all'Ars spiega che "le somme di denaro confiscate alla criminalità organizzata devono essere destinate, in un'ottica risarcitoria delle comunità locali e in maniera proporzionale ai valori sequestrati o confiscati, per lo sviluppo economico dei territori danneggiati dal sistema mafioso e quindi per il finanziamento delle infrastrutture; degli interventi per il sostegno delle forze dell'ordine e delle leggi regionali antimafia".