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30/01/2010 07:54:35

La mafia è la prima azienda italiana

 

Queste le cifre del rapporto Sos impresa presentato oggi da Confesercenti. In tempi di crisi economica è di difficoltà di accesso al credito, il Rapporto evidenzia il boom dell'usura nel 2009: oltre 200mila commercianti colpiti (ma le posizioni debitorie sono circa 600mila, indice di indebitamenti con più strozzini), con un giro d'affari attorno ai 20 miliardi di euro. Esplode l'usura di giornata con soldi prestati al mattino e ritirati conIl_peso_dei_debiti.jpg una maggiorazione del 10% la sera. Il numero di denunce per usura appare però "ancora assai esiguo rispetto alla pericolosità del fenomeno criminale" (5.400 nel 2008). Invariato il racket delle estorsioni: 150mila i commercianti taglieggiati per complessivi 6 miliardi di euro.

 

Il fenomeno, sottolinea Confesercenti, non aumenta solo perché si registra un netto calo degli esercizi commerciali e l'aumento di quelli di proprietà mafiosa. Ed anche il racket si adegua ai tempi, diventando 'pizzo in maschera', con gli estorsori che aprono partite Iva, ovvero camuffano l'attività criminale offrendo beni o servizi legali: gadget costosi e inutili come calendari, penne, agende; ma anche imponendo merci, servizi, manodopera.

 

In tempi di crisi si utilizzano anche altre forme, come contributi all"organizzazioné in occasione di festività o organizzando gratuitamente matrimoni o battesimi per la famiglia mafiosa. Al primo posto degli interessi mafiosi compare l'edilizia in tutte le sue fasi, ma è costante l'attenzione alle attività commerciali e turistiche con particolare riguardo al franchising ed alla media e grande distribuzione. Per quanto riguarda quest'ultima, si evidenzia l'interesse delle mafie sui centri commerciali, funzionali al riciclaggio di denaro sporco.

 

Molto seguito dai criminali è ancora il settore dei giochi e delle scommesse e l'industria del divertimento. Una vera miniera è poi rappresentata dai mercati ortofrutticoli che da sempre hanno rappresentato un luogo naturale per gli affari delle mafie. L'intero comparto agricolo, anche a causa della crisi grave crisi economica che sta attraversando e che porta al Sud migliaia di immigrati senza lavoro (vedi caso Rosarno), rischia più di altri di essere aggredito dalle mafie. L'abigeato, ad esempio, è un reato antico, ma in continua crescita. Ogni anno spariscono circa 100mila animali, essenzialmente mucche e maiali, ma anche cavalli, agnelli e pecore.

 

Dall'antico al moderno, la criminalità investe anche su internet: sono infatti in costante crescita le frodi informatiche, in particolare la clonazione di carte di credito ed il phishing. La crisi economica, inoltre, non sembra toccare il mercato del falso e della contraffazione, che movimenta un giro d'affari di 7,8 miliardi di euro l'anno. Il 50% del fatturato dell'industria del falso si riferisce a capi d'abbigliamento e moda, seguito da pirateria musicale, audiovisivi e software.

 

I numeri delle denunce di imprenditori e commercianti vessati da usurai e taglieggiatori "é ancora assolutamente limitato rispetto all'ampiezza del fenomeno". Lo ha detto il commissario antiracket e antiusura Giosué Marino, intervenendo alla presentazione del rapporto Sos impresa di Confesercenti. "Non c'é stata - ha spiegato Marino - la svolta epocale nelle denunce dopo un'iniziativa meritoria come quella di Confindustria Sicilia (che prevedeva l'espulsione degli imprenditori che non denunciano il pizzo)". Si tratta, ha aggiunto, "di un problema complesso, l'azione repressiva delle forze dell'ordine c'é, le vittime sono tutelate, ma per ragioni anche culturali e non solo per paura, le denunce sono ancora troppo poche".