Saranno celebrati oggi, alle 10.30, presso la Cattedrale San Lorenzo di Trapani i funerali di Melania La Mantia, la soldatessa di 21 anni, di Trapani deceduta tragicamente, a Ravenna, dopo essersi lanciata con il paracadute durante un corso privato.La cerimonia sarà officiata da monsignor Antonino Adragna. Il feretro è giunto giovedì mattina a Palermo con un volo militare, decollato dal 5° Stormo di Pisignano di Cervia.
Prima dell'ultimo viaggio verso la Sicilia, si è tenuta una cerimonia commemorativa sotto la pioggia battente. Oltre alle autorità militari, erano presenti anche i familiari della vittima. Poche ore più tardi è stata allestita una camera ardente presso la caserma "Turba" di Palermo, dove ha sede il 46esimo reggimento Trasmissioni in cui era in forza con il grado di caporale.
Giovedì mattina alla camera mortuaria dell'ospedale civile di Ravenna, il Sindaco Fabrizio Matteucci ha reso omaggio alla salma di Melania Giovanna. Prima della partenza della bara per la base militare di Pisignano, il primo cittadino ha nuovamente espresso le condoglianze e la solidarietà della comunità ravennate al padre, al fratello e al fidanzato della giovane paracadutista dell'esercito che ha perso la vita al suo primo lancio all'aeroporto della Spreta.
L'autopsia ha confermato la presenza di acqua nei polmoni della vittima, precipitata nel bacino artificiale della Ca' Bianca. Gli esperti ora dovranno chiarire per quale motivo Melania Giovanna non sia riuscita a sganciare il paracadute e soprattutto perché sia finita nel laghetto anziché nel punto dove era previsto che toccasse terra. I periti nominati dal gip del tribunale di Ravenna, Anna Mori, sono il professore Adriano Tagliabracci dell'Ausl di Ancona ed il maggiore Luca Fiorentini della brigata Folgore di stanza a Livorno. I consulenti nominati dalla difesa sono il professor Pier Michele Germanò di Ravenna ed il paracadutista Gianluca Gaini.
All’obitorio sono state eseguite sia l’autopsia che la perizia sul paracadute. Finora c'è un solo indagato per omicidio colposo. Si tratta del direttore di lancio, un esperto di paracadutismo originario della provincia di Mantova e difeso dall’avv. Claudio Arria. Secondo quanto trapelato dai primi riscontri, l’ipotesi più probabile è che la giovane, presumibilmente per l’emozione di una manovra inaspettata (era al primo lancio), non sia riuscita a sganciare il paracadute prima dell’ingresso in acqua e sia poi annegata. Per eventuali conferme, bisognerà comunque attendere 60 giorni, tempo entro il quale verranno depositate le perizie. Al momento non risultano altri indagati, anche se non è escluso che a breve l’indagine si possa allargare ad altri legati al lancio della ventiduenne. La ragazza, in forza al 46/esimo Reggimento Trasmissioni di Palermo come volontaria in ferma di un anno, durante una licenza del fine settimana si era trasferita a Ravenna con alcuni amici e colleghi per alcuni lanci privati che le avrebbero consentito di conseguire il brevetto di paracadutista. Non è chiaro ancora il motivo per il quale il suo paracadute, regolarmente apertosi, sia stato spinto, come mostrato da un video girato da terra, fin sul laghetto di cava che dista alcune centinaia di metri dal campo utile di atterraggio, peraltro uno dei più grandi d’Italia per questo tipo di attività .
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto, e tutta la Forza Armata – si legge in una nota – esprimono il loro “sentito e sincero cordoglio ai familiari della militare tragicamente scomparsa”.