Lo ribadisce l’amministratore unico Francesco Truglio, a due giorni dall’approvazione della legge di riforma per i rifiuti
in Sicilia. Truglio ha inviato ieri una lettera agli undici sindaci-soci, evidenziando la necessità di affrontare argomenti “urgenti”, per non mettere a rischio la raccolta rifiuti nei singoli comuni. «In questi anni - scrive Truglio - abbiamo condiviso il progetto di sviluppo che ha consentito a questo territorio di conquistare uno spazio quasi quotidiano tra le esperienze di eccellenza nel settore dei rifiuti siciliano, noto per le criticità e i disservizi. Ora, prima dell’entrata in vigore della norma, sono pronto a dimettermi». L’organizzazione del servizio rifiuti, con l’entrata in vigore della riforma, torna nelle competenze dei comuni secondo un modello organizzativo già disegnato dal nuovo contratto di servizio di «Belice Ambiente Spa». «Ritengo - scrive ancora Truglio - sia utile una riflessione sul percorso da seguire per l’attuazione della fase transitoria, tenendo conto che la norma appena varata tiene ferme in capo all’attuale soggetto gestore le competenze allo svolgimento del servizio fino alla completa attuazione del nuovo sistema. Questa riforma - continua Truglio - è utile nei territorio dove il servizio non funzionava e si era al caos finanziario, essa è invece dannosa per le realtà come quella che io ho guidato, dove il servizio funziona, gli obiettivi di differenziata sono rispettati, i rapporti giuridici e finanziari coi comuni sono già modellati sulla base di un contratto di servizio sul modello della legge di riforma. Negli Ato funzionanti l’unico effetto di questa legge sarà quello di creare il caos e il disservizio durante la fase di liquidazione perché la gestione avviene totalmente con personale e mezzi propri, ed ogni mattina l’amministratore unico sta sul campo per risolvere i vari problemi che i sindaci segnalano. Un liquidatore dovrà occuparsi di liquidare la società , come farà a gestire la funzionalità del servizio?». E Truglio conclude: «Ritengo che, al di la di qualche voce isolata, i parlamentari della provincia di Trapani siano mancati ad un dovere di difesa di un territorio e non di una poltrona e saranno responsabili politicamente del caos in cui questa parte della provincia piomberà ».