La domanda, però, è retorica. Quasi una provocazione. E questo perché la risposta è obbligata. Il Comune non ha ancora acquisito alcuna area (da destinare, poi, ad uso pubblico) per il semplice motivo che le iniziative private proposte nell'ambito del «Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio» sono ancora ''al palo''. Con conseguente danno sia per i privati, che ancora non possono realizzare i loro progetti, che per il Comune, che non acquisisce le aree che i privati dovrebbero cedere, per legge, come contropartita, né incassa i previsti sostanziosi oneri concessori. E proprio in un momento in cui le finanze pubbliche locali non godono certo di ottima salute, queste somme darebbero respiro alle casse comunali. Non si comprende, quindi, l'immobilismo degli uffici tecnici che ha finora impedito l'attuazione del Prusst. Tra l'altro, con il passare degli anni, sono scaduti anche i termini di scadenza. E si attende, adesso, la proroga, che lo Stato ha già concesso ad altri Comuni siciliani. Si presume, quindi, che analogo provvedimento sarà adottato anche per Marsala. I progetti che attendono l'ok sono una sessantina (inizialmente, erano circa 150, ma poi i proponenti, stanchi di attendere, hanno fatto un passo indietro) con investimenti per diversi milioni di euro. Denaro in grado di rivitalizzare l'economia locale. Eppure, non riescono ancora ad approdare in Consiglio comunale, per la necessaria ''presa d'atto'', nonostante siano stati presentati alla fine del 2002 a seguito del terzo bando del Prusst. Il ''programma di riqualificazione urbana'' è uno strumento che consente agli imprenditori che vogliono eliminare i loro impianti produttivi ormai inglobati nel centro cittadino di ottenere la variante urbanistica, e di conseguenza poter accedere anche a contributi pubblici (legge 488), per realizzare strutture turistico-alberghiere o centri commerciali.
Antonio Pizzo
La Sicilia