Dopo "lo stupore iniziale" l'assessore decide di "controllare come ciò sia accaduto", ricevendo una "burocratica risposta" dal Comune: "E' un muto, lo abbiamo assunto perché era nell'elenco dei disabili e l'abbiamo destinato a fare da custode-guida al Cortile Platamone".
Superata "l'incredulità iniziale" il neoassessore e stilista di fama internazionale pensa a superare la vicenda, "salvando l'aspetto umano della guida". "Lui - dice Marella Ferrera - è una persona giusta, speciale, da proteggere e valorizzare, ma è nel posto sbagliato. E' sensibile, molto intelligente e capace, direi sprecata ma lì non può stare".
"Nella scelta dell'incarico che gli è stato affidato - aggiunge - qualcuno ha commesso un errore, e dobbiamo capire come ciò sia potuto accadere per evitare di ripetere altri sbagli simili. Io conto di poterlo portare con me, nel mio ufficio, per sfruttare le sue qualità ".
"Questa vicenda - osserva la stilista - mi ha fatto male davvero, perchè sono sensibile a queste tematiche, ma anche perchè ho tanta voglia di lavorare per la mia città e le cose che non vanno mi colpiscono. Fino a questo momento - sottolinea l'assessore - ho visto molti 'malati': Catania è una città che ha bisogno di un ottimo medico e di una cura continua. Io sono ottimista e mi sembra che ci siano tutte le condizioni per una guarigione, ma ci vorrà tempo...".
Palazzo Platamone è uno degli edifici storici del tardo Medioevo di Catania. Apparteneva all'illustre e ricca famiglia dei 'Platamuni' che si distinse nel campo commerciale ma che ebbe anche importanti esponenti che primeggiarono nell'ambiente politico ed ecclesiastico. Fu realizzato nell'area sulla quale successivamente fu eretto il monastero di San Placido, che spesso ospitò la Regina Bianca, moglie di re Martino il Giovane. Secondo la tradizione la dimora era stata edificata sui ruderi del tempio dedicato a Bacco.