Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/06/2010 22:10:00

A Innsbruck i lavori della Commissione Energia, Acqua e Ambiente dell’APEM. Le proposte di D'Alì


Ad Insbruck, come già a Palermo lo scorso 18 giugno nel corso della riunione dell’Ufficio di Presidenza (con presidenza di turno all’Italia), s’è discusso principalmente dello stato di salute del Mar Mediterraneo. Tema che certamente troverà ancora spazio di confronto nella prossima riunione di ottobre a Roma e che prelude alla realizzazione di una conferenza internazionale da tenersi nella primavera del 2011.
La conferenza dovrà gettare le basi «per un "Codice del Mediterraneo" – spiega il presidente della Commissione Ambiente del Senato – che garantisca la tutela e la valorizzazione non conflittuale della risorsa mare».
«Il Mediterraneo – ha infatti sottolineato D'Ali' nel suo intervento – è un bacino piccolo e semichiuso con un ricambio lentissimo delle acque con una forte evaporazione e un ridotto apporto di acque fluviali. Una condizione che comporta un costante rischio di deficit idrico e di ossigenazione ma soprattutto pericolose concentrazioni di sostanze inquinanti».
Un problema che deve essere avvertito da tutti i paesi del Mediterraneo affinchè si riconosca al Mare Nostrum lo status di "mare speciale". «Proporremo – annuncia d’Alì – anche una revisione degli standard di sicurezza per le navi, sulle norme costruttive, e di manutenzione».
D’Alì ha auspicato anche «una disciplina più severa per le ricerche e le coltivazioni di idrocarburi in mare». Sulla stregua di quella che la commissione Ambiente del Senato, in un parere al d.lgs. correttivo del Testo unico sull’ambiente, ha proposto vietando le attività di ricerca, di prospezione, di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare all'interno del perimetro delle aree marine e costiere protette e per 12 miglia dal perimetro esterno, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale. Indicazione integralmente recepita dal Governo. «Ãˆ la prima volta – commenta d’Alì – che viene introdotta una norma che tutela integralmente le coste italiane».