afferma a Panorama oggi in edicola il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che cita i dati: in 27 mesi sono stati catturati 6.483 mafiosi, con un incremento del 53%. Fra questi 26 superlatitanti. In occasione dell'intervista di copertina, il ministro dell'Interno
indossa una coppola: «Pure i berretti – dice – bisogna sottrarre al simbolismo delle cosche: vanno restituiti ai siciliani liberi».
Maroni sottolinea l'importanza del presidio del territorio, anche ricordando l'esempio del paese, Lozza nel Varesino, dove la madre aveva un negozio di alimentari che era la «centrale operativa» di un controllo sociale totale. Se arrivava lo sconosciuto di turno, considerato che non c'erano i carabinieri, s'informava il prete oppure il sindaco; e «questo tipo di controllo sociale era l'anticorpo più importante contro la criminalità ». A Panorama Maroni ribadisce il suo progetto di espellere i rom che non rispettano le norme, precisando: solo «chi viola la direttiva europea del 2004 che stabilisce le regole per poter risiedere stabilmente in un paese dell'Unione: avere un reddito minimo, disporre di una dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del paese ospitante. Molti rom sono comunitari ma non rispettano nessuno di questi requisiti». Il ministro tira poi le fila della sua politica contro l'immigrazione clandestina: «Gli sbarchi si sono drasticamente ridotti, anche grazie all'accordo con la Libia. Funziona così bene che cercheremo di applicarlo anche con altri paesi».
L'opposizione critica le parole del ministro. «Maroni si attribuisce meriti non suoi – attacca la capogruppo Pd in commissione Antimafia Laura Garavini –. La lotta alla mafia e i recenti successi sono dovuti all'intelligenza di magistrati e forze dell'ordine ai quali il suo governo, evidentemente poco riconoscente, ha sottratto risorse e mezzi». «Ancora una volta – dice Felice Belisario (Idv) – il governo si attribuisce meriti nella lotta alla mafia che non gli appartengono.