Lei ci è rimasta male e il bimbo ha percepito il malessere di chi non è desiderato". Ora, aggiunge, "dobbiamo riflettere e fare le cose con calma. Forse ci trasferiremo all'estero. Intanto saremo più in giro, meno stanziali. L'unica cosa sicura è che Vito andrà a scuola in un'altra città . L'iscrizione l'abbiamo dovuta fare per tempo". "Finora - prosegue - le minacce, anche quelle contro di lui, erano arrivate a me: stai attento a tuo figlio... Ora invece il destinatario della lettera con i proiettili era Vito. Come dire: ci vendicheremo sul figlio di quello che ha fatto il padre. E il messaggio è di nuovo per me: tu il danno l'hai già fatto, e non ti possiamo più fermare. Non ti uccideremo. Ma sarà tuo figlio a pagare e tu ne porterai per sempre il peso. E' stato un trauma terribile. Sono rimasto terrorizzato, mi sento pieno di rimorso e di angoscia". Ciancimino spiega di aver pensato prima di tutto alla sicurezza della famiglia: "Le Questura di Bologna e di Palermo si sono messe subito in moto per rafforzare i controlli. Una risposta immediata di grande importanza: mi hanno fatto percepire che loro ci sono sempre e senza pregiudizi. Anche i magistrati mi hanno dimostrato grande attenzione e vicinanza. E in un paese in cui c'é chi rivendica pubblicamente il proprio silenzio come un atto di eroismo (il senatore Marcello Dell'Utri ndr) è una cosa di enorme valore".
E' pentito di aver cominciato a parlare? "Pentito è una parola che non mi piace. Comunque non tornerei indietro. Volevo ripulire il mio nome perché Vito Andrea non si vergognasse, come invece è successo a me. E' quello che sto facendo". Ciancimino si definisce "un dichiarante. Racconto la mia verità , quella di mio padre, che ho appreso standogli accanto o collaborando con lui. Lo faccio senza mai sottrarmi alle mie responsabilità . Ma è umano un sentimento di paura. Procedo passo dopo passo, come affrontando cerchi concentrici. E so che più avanti c'é il non ritorno. Devo decidere cosa fare. Sono davanti a un bivio". E il bambino "qualcosa ha capito" di ciò che sta accadendo: "Non poteva ignorare di essere molto più 'attenzionato' di prima. Poi capita che incontri qualcuno che ti dice 'mi dispiace per il bambino'. E lui, che è con te, chiede 'ma papa' cosa mi è successo?'. Siccome la tata in questi giorni è dovuta andar via, abbiamo inventato che la ragione è quella".
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Fonte: ansa