Non solo: succede sempre più spesso per sfuggire ai controlli si utilizzino imprenditori apparentemente puliti che mettono in campo in parte capitali accumulati negli anni in maniera lecita e in parte quelli provenienti dalle attività illegali gestite dalla malavita organizzata". Lo ha dichiarato Pietro Grasso, Procuratore nazionale antimafia, in un'intervista al quotidiano 'Il Mattino'.
"La criminalità utilizza strumenti sempre più raffinati - ha continuato Grasso - chiediamo di utilizzare tutte le banche dati disponibili. La procura nazionale antimafia ha già creato un modello di protocollo di indagine informatica patrimoniale e speriamo che ci diano presto i fondi e gli strumenti tecnologici per renderlo comune a tutti i magistrati. In questo modo sarà possibile collegare in rete le informazioni in possesso della direzione nazionale antimafia sulle relazioni tra persone, comportamenti e fatti con le risultanze di altre banche dati che analizzano, ad esempio, i rapporti societari. In questo modo sarà più facile anche scoprire i prestanome".
"Quello che siamo riusciti a sequestrare e a confiscare finora è molto, parliamo di più di 12 miliardi di euro in due anni e mezzo. Ma per i clan questa cifra rappresenta una sorta di fondo per le piccole spese. È stato calcolato infatti da enti di ricerca sul crimine organizzato che si tratti dei 10% del fatturato delle organizazzioni criminali. Si capisce bene, dunque che si tratta di una piccola parte della cifra complessiva a disposizione della malavita. Ora si tratta di trovare il resto".