Le indagini, coordinate dal dottor Lenza, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore, hanno portato anche alla denuncia del titolare dell'azienda interessata, accusato di violazione dell'articolo 517 del codice penale ("vendita di prodotti industriali con segni mendaci"). L'ipotesi di reato riguarda l'etichettatura del prodotto finito, che recava, in varie lingue, la scritta "prodotto in Italia". Ma in questo caso, il prodotto sequestrato - spiegano gli investigatori - era stato ottenuto "dalla sola aggiunta di acqua e sale al concentrato cinese e dalla relativa pastorizzazione. Configurando, pertanto, una lavorazione parziale e non significativamente idonea a conferire l'origine italiana al prodotto".
L'operazione si inserisce nel quadro delle ispezioni contro le contraffazioni e a tutela del "made in Italy" all'intera filiera nel settore conserviero, scattate alla fine dell'estate scorsa dopo il sequestro di quantitativi di doppio concentrato di pomodoro con presenza di muffe e apporto di zuccheri non conformi alle normative vigenti. Nell'ambito del Ministero delle Politiche agricole, una "task force" è stata istituita proprio per verificare il fenomeno della crescita delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese, stimata nel solo primo trimestre del 2010 pari a + 174%.
Galan: "Una sfida da non perdere". Esprimendo le sue congratulazioni ai carabinieri del Nucleo Antifrodi di Salerno, il ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, considera quella dei controlli "una sfida che non intendiamo perdere, anzi. Continueremo a tenere alta l'attenzione, senza nessuno sconto per coloro che attentano alla trasparenza e alla legalità , uniche garanzie necessarie per la valorizzazione e la tutela della qualità dei prodotti Made in Italy"