Sono accusati di fittizia intestazione di beni. Si tratta di Filippo Catania, 41 anni, titolare del centro benessere "O sole mio" che si trova all'angolo tra via Liberta' e Piazza Castelnuovo, di fatto, secondo la procura, riconducibile al defunto boss Giovanni Bonanno, fatto sparire e uccidere dai boss Lo Piccolo; e gli intestatari di un'impresa edile, Mario Lucia, 33 anni, di Palermo, e Antonino Lucia, 58enne di Altofonte: secondo i magistrati sarebbero i prestanome di Filippo Zito, di 41 anni, e Giuseppe Lo Cascio, di 40, anch'essi arrestati nell'operazione. Ventiquattro degli arrestati nell'operazione erano gia' detenuti in carcere, e tra questi Salvatore e Sandro Lo Piccolo; altri quattro ai domiciliari. Questo l'elenco: Michele Acquisto, 57 anni, Andrea Barone, 31 anni, Domenico Barone, 29 anni, Salvatore Baucina, 46 anni, Mario Biondo, 44 anni, Giovanni Botta, 47 anni, Pietro Bruno, 64 anni, Salvatore Cataldo, 61 anni, Filippo Catania, 41 anni, Domenico Caviglia, 34 anni, Domenico Ciaramitaro, 36 anni, Gaetano Ciaramitaro, 42 anni, Pietro Cina', 46 anni, Angelo Conigliaro, 75 anni, Giovanni Corrao, 45 anni, Vincenzo Cosenza, 39 anni, Giovanni Cusimano, 49 anni, Nicolo' Cusimano, 30 anni, Salvatore D'Anna, 50 anni, Fabio Daricca, 33 anni, Antonino De Luca, 40 anni, Giuseppe Di Bella, 52 anni, Gaspare Di Maggio, 49 anni, Giuseppe Di Maggio, 37 anni, Lorenzo Di Maggio, 59 anni, Francesco Paolo, Di Piazza, 48 anni, Giuseppe Enea, 37 anni, Alberto Evola, 48 anni, Lorenzo Fazzone, 33 anni, Mario Ferrazzano, 25 anni, Edoardo La Mattina, 33 anni, Salvatore Liga, 46 anni, Salvatore Liga, 25 anni, Giuseppe Lo Cascio, 40 anni, Isidoro Lo Cascio, 64 anni, Filippo Lo Piccolo, 36 anni, Salvatore Lo Piccolo, 48 anni, Sandro Lo Piccolo, 35 anni, Giuseppe Lo Verde, 53 anni, Antonino Lucia, 58 anni, Mario Lucia, 33 anni, Tommaso Macchiarella, 56 anni, Filippo Mangione, 28 anni, Salvatore Mangione, 54 anni, Stefano Marino, 38 anni, Sergio Messeri, 44 anni, Giuseppe Messina, 32 anni, Gioacchino Morisca, 64 anni, Giuseppe Nicoletti, 45 anni, Giovanni Niosi, 56 anni, Vito Mario Palazzolo, 34 anni, Calogero Pillitteri, 40 anni, Vincenzo Pipitone, 54 anni, Carlo Pucco, 29 anni, Francesco Puglisi, 44 anni, Salvatore Randazzo, 43 anni, Nunzio Serio, 33 anni, Guido Spina, 45 anni, Felisiano Tognetti, 39 anni, Massimo Giuseppe Troia, 35 anni, Salvatore Vitale, 35 anni, Filippo Zito, 41 anni.
13,50 - A Palermo si e' rotto il muro dell'omerta', ne e' la dimostrazione la collaborazione degli imprenditori che hanno denunciato, anche se non spontaneamente, di avere pagato il pizzo a Cosa nostra". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, nel corso della conferenza stampa per i 63 arresti eseguiti all'alba di oggi dalla squadra mobile di Palermo nell'ambito dell'operazione antimafia 'Addiopizzo 5'.
"Nel panorama siciliano -prosegue -Palermo costituisce certamente l'avanguardia della ribellione, un segnale ulteriori di incoraggiamento per quegli imprenditori che, nonostante i nostri continui successi investigativi, continuano a pagare e a non denunciare". Da qui un nuovo appello, del procuratore aggiunto di Palermo, a tutti gli imprenditori "soprattutto in questo periodo di festivita', il momento buono per denunciare l'estortore. Lo Stato sta facendo sul serio e questa ne e' la dimostrazione, basta avere un pizzico di coraggio e dimostrarlo".
Parlando dell'indagine coordinata da lui stesso e dalla Dda di Palermo, Ingroia ha sottolineato che anche in questa inchiesta c'e' stato "l'insegnamento del giudice Giovanni Falcone. Anche noi siamo del parere che bisogna affrontare la criminalita' mafiosa con una sola strategia che si rafforza da un'indagine all'altra"
13,30 - Ci sono anche tre insospettabili commercianti nella maxi operazione antimafia della polizia che ha portato all'arresto di 63 persone a Palermo. Si tratta del titolare del Centro benessere "O sole mio", Filippo Catania, arrestato per intestazione fittizia di beni e degli imprenditori Mario e Antonino Lucia, formali intestatari di un'impresa edile. Secondo gli inquirenti il Centro benessere, che si trova nel centro di Palermo, sarebbe stato il frutto dell'investimento del capomafia Giovanni Bonanno poi assassinato su ordine del capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo. I Lucia, invece, sarebbero i prestanome dei mafiosi Filippo Zito e Giuseppe Lo Cascio, entrambi vicini ai Lo Piccolo.
9,45 - L’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Palermo, denominata Addio pizzo 5, sfociata stamani nell’esecuzione di 63 ordini di custodia cautelare, costituisce l’epilogo delle indagini connesse alla decriptazione dell’ archivio scoperto nel covo dei boss latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo in occasione del loro arresto, avvenuto il 5 novembre del 2007. Una certosina attivita’ di riscontro dei nomi in codice indicati nei pizzini, custoditi gelosamente dai Lo Piccolo, ha consentito di decifrare i nomi e i cognomi degli affiliati alla cosca. Sono stati cosi’ identificati i soggetti indicati, ad esempio come ”Y” o ”Camion”, ritenuti responsabili di estorsioni, traffico di stupefacenti ed altre ipotesi di reato. In alcuni casi il personale specializzato della Polizia Scientifica e’ riuscito a ricostruire alcune trame mafiose della famiglia, estrapolando i dati contenuti nel nastro di una macchina da scrivere utilizzata dai Lo Piccolo, reso apparentemente inservibile e gettato tra i rifiuti. Gli investigatori hanno cosi’ accertato una serie di estorsioni messe a segno nel mandamento mafioso controllato dai boss. In alcuni casi e’ stato pagato il pizzo da imprenditori impegnati in lavori di ristrutturazione dell’aeroporto di Palermo, nella realizzazione di una caserma militare e di un asilo materno. Gli investigatori hanno trovato ulteriori riscontri anche in relazione al quadro probatorio connesso all’uccisione del boss di Resuttana Giovanni Bonanno ed al successivo occultamento del suo cadavere, sotterrato in un terreno destinato a lottizzazione nel territorio di Carini. E’ stata fatta luce anche sul disegno dei Lo Piccolo di monopolizzare il mercato palermitano del traffico delle sostanze stupefacenti, invadendolo con la cocaina proveniente dal Sud-America tramite i porti olandesi, come hanno confermato recenti indagini della Polizia a Milano.
9,00 - Hanno pagato per anni al clan di Salvatore Lo Piccolo per ogni appalto che realizzavano, adesso hanno deciso di denunciare gli esattori del pizzo. Le dichiarazioni di tredici imprenditori sono state determinanti per l'ultima indagine della squadra mobile e della Procura di Palermo nei confronti di 63 persone accusate di aver gestito il mandamento di Tommaso Natale dopo l'arresto di Lo Piccolo, nel novembre 2007. Ventisei indagati erano già in carcere, per altre estorsioni. Trentasette sono finiti in manette questa notte.
I provvedimenti riguardano presunti mafiosi, ma anche insospettabili imprenditori che avrebbero fatto da prestanome. I boss avevano deciso di investire in nuove attività : uno dei più noti centri benessere del centro città , "O sole mio", sarebbe stato realizzato con i soldi del capomafia Giovanni Bonanno, della famiglia di Resuttana. Il titolare, Filippo Catania, è stato arrestato con l'accusa di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori.
8,00 - La complessa attivita' di intelligence culminata nei 63 arresti a Palermo ha rivelato una sistematica aggressione alle piu' svariate attivita' economiche. In alcuni casi e' stato pagato il pizzo da imprenditori impegnati in lavori di ristrutturazione dell'aeroporto di Palermo, nella realizzazione di una caserma militare e di un asilo materno. Ma non erano risparmiati alberghi, imprese edili, attivita' commerciali, lavori di urbanizzazione e cantieri nautici. Ma "importante", spiega il capo della Squadra mobile di Palermo Maurizio Calvino, "e' stata la collaborazione dei commercianti e degli imprenditori vittime delle estorsioni: segnale ulteriore di un cambiamento di mentalita' e di atteggiamento decisivo e sempre piu' convinto". Un ruolo lo ha svolto anche l'attivita' di supporto dell'associazione Addiopizzo.
Una maxi operazione antimafia a Palermo ha smantellato il mandamento guidato dai boss Salvatore Lo Piccolo.
La squadra mobile ha eseguito 63 ordini di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di diverse famiglie. Per tutti le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso, all'estorsione, all'associazione finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi, intestazione fittizia di beni.
L'operazione si inquadra nell'ambito delle indagini condotte dalla sezione Criminalità organizzata sul mandamento mafioso di Tommaso Natale e rappresenta l'ultima tranche delle inchieste denominate "Addiopizzo".
La complessa attività di intelligence della polizia si è avvalsa, infatti, anche della attività di supporto e sensibilizzazione svolta dall'associazione Addio Pizzo, che ha convinto numerosi commercianti e imprenditori vittime del racket delle estorsioni a collaborare con gli investigatori.
Le indagini hanno consentito di accertare una sistematica aggressione nei confronti delle più svariate attività economiche (hotel, imprese edili, attività commerciali, lavori di urbanizzazione, cantieri nautici, discoteche) da parte degli uomini di Cosa nostra su un territorio che spaziava dal capoluogo sino ai paesi della costa occidentale della provincia di Palermo.