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05/01/2011 07:53:32

La lotta alla mafia di Confindustria.Il bilancio di Lo Bello

A scattare la fotografia della lotta a Cosa nostra portata avanti dagli industriali dell'Isola è Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. Nel corso di una conferenza stampa convocata in Questura per illustrare il protocollo di legalità siglato con la polizia, il leader degli industriali siciliani e promotore da tempo del "codice etico" per gli imprenditori ha dichiarato: "Ci muoviamo quando raggiungiamo la certezza della collusione del nostro associato. E' chiaro che la nostra è una sanzione sociale che si affianca ai provvedimenti della magistratura".

A Palermo sono stati sei gli imprenditori finiti sotto esame tra espulsi e 'accompagnatì nel percorso di denuncia. "L'espulsione - ha sottolineato Lo Bello - è inderogabile per l'imprenditore colluso, mentre cerchiamo di 'accompagnarè nel percorso di denuncia chi paga il pizzo". L'unica impresa espulsa a Palermo è Aedila Venusta. "Noi ci muoviamo - ha puntualizzato Lo Bello - quando raggiungiamo la certezza che quell'impresa è coinvolta nel pagamento del pizzo o nell'organizzazione criminale".
Sul fronte delle denunce, a Palermo si è raggiunta quota trenta. "In Sicilia - ha concluso Lo Bello - siamo già a 150. Per noi l'espulsione resta una sconfitta. Il nostro obiettivo è buttare fuori gli imprenditori collusi, ma contemporaneamente convincere l'imprenditore che ha pagato a denunciare i suoi aguzzini".

Il protocollo. Confindustria si occuperà di completare e rendere utilizzabili i nuovi uffici della Squadra mobile di Palermo, ospitati nella restaurata ex Chiesa di Sant'Elisabetta. E' quanto prevede il protocollo d'intesa siglato da Lo Bello e dal questore Zito.

Un impegno finanziario di circa 350 mila euro, che entro primavera permetterà di consegnare alla Squadra mobile la nuova sede con arredamenti e strumenti tecnologici d'avanguardia. Un'area dedicata sarà riservata proprio agli imprenditori che vogliono denunciare i loro aguzzini. La Questura si impegnerà, invece, a dar vita a iniziative di formazione rivolte al proprio personale e agli imprenditori sui temi generali della sicurezza e della legalità, con specifico riferimento alle modalità di denuncia e alle forme di tutela per chi abbia subito reati di tipo estortivo e minacce. Il protocollo ha durata triennale ed è rinnovabile.

"E' un protocollo - ha detto il questore Zito - che continua un percorso di collaborazione interistituzionale e culturale tra noi e Confindustria per dare un aiuto sostanziale forte a tutti gli industriali che vogliono denunciare. E' un ulteriore importante tassello per dimostrare che la Questura di Palermo e Confindustria Sicilia proseguono in un cammino di legalità".

Sulla stessa lunghezza d'onda Lo Bello, secondo il quale l'intesa è "un impegno concreto. E' come costruire un'infrastruttura, per noi ha lo stesso effetto sulla crescita economica e civile della città di un'autostrada. E' un'infrastruttura materiale ed immateriale che rende più efficiente l'azione delle forze dell'ordine".

Per il leader degli industriali siciliani è necessario "diffondere messaggi positivi e incoraggiare imprenditori, perché c'è un recupero di fiducia nei confronti dello Stato e delle forze dell'ordine, che qualche anno fa a Palermo e in Sicilia non esisteva. E' un segnale positivo".

"Le denunce, che sono cresciute enormemente negli ultimi tempi sono ancora poche rispetto al totale delle imprese che ancora oggi probabilmente continuano a pagare. Bisogna continuare sulla strada intrapresa. Sono ottimista - ha concluso Lo Bello - perché quello che è successo negli ultimi anni non è una stagione estemporanea che finirà tra qualche mese: è qualcosa di strutturale e consolidato nelle coscienze delle persone".