per "un chiarimento sugli obiettivi che la scuola siciliana deve, con costanza e coraggio,perseguire nella lotta contro la mafia". Ieri e' andato quasi a vuoto un incontro sul giudice Borsellino alla presenza sia del pentito Vincenzo Calcara che delProcuratore aggiunto Antonio Ingroia.
"Il ruolo della scuola e' decisivo nel contrasto alla criminalita' e va costruito con partecipazione, ricerca, approfondimento - ha detto Centorrino - Sono sconcertato per quello che e' avvenuto a Castelvetrano in contraddizione con tante iniziative, utilizzo di risorse, impegno di dirigenti, studenti, docenti dell'istruzione siciliana.Porgo le mie scuse formali a nome personale e dell'intera scuola siciliana al pm Antonio Ingroia, cui chiedero' di tornare a Castelvetrano per presentare il suo ultimo volume 'Nel labirinto degli dei', proprio in una scuola".
9,00 - Come abbiamo raccontato ieri, non è stato molto sereno il ritorno del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara a Castelvetrano.Nel giorno dell’anniversario della nascita di Paolo Borsellino, l’associazione antiracket provinciale aveva organizzato una manifestazione con Calcara e il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, tra gli allievi più stretti di Borsellino, per incontrare gli studenti degli istituti superiori di Castelvetrano e invitarli ancora una volta alla scelta della legalità, un tema sempre difficile nella patria di Matteo Messina Denaro.
E invece, Calcara e Ingroia, una volta arrivati si sono trovati davanti una platea deserta, un teatro vuoto. Nessun dirigente scolastico ha raccolto l’invito dell’Associazione Antiracket. Nessun preside ha mandato anche una semplice delegazione a ricordare Borsellino, e ad incontrare un coraggioso magistrato e un collaboratore di giustizia, Calcara, che proprio per non assassinare il giudice Borsellino scelse di pentirsi e di dissociarsi da Cosa nostra.
Anche la città di Castelvetrano è rimasta pressoché impassibile. In teatro solo i pochi militanti di Libera, i giornalisti, alcuni curiosi, soprattutto persone interessate a rivedere Vincenzo Calcara, il pupillo dei Messina Denaro, dopo anni dal suo allontanamento da Castelvetrano.
In platea pure Tonino Vaccarino, l’ex Sindaco di Castelvetrano, con una condanna passata in giudicato per traffico di sostanze stupefacenti, e da Calcara pesantemente attaccato nelle sue deposizioni. I due hanno più di un conto in sospeso, e Vaccarino ancora prima dell’arrivo di Calcara distribuisce un volantino: “Non si combatte la mafia con un falso pentito”, e giù un elenco dei processi in cui Calcara è stato dichiarato inattendibile, definendolo un “calunniatore professionale”.
Un altro volantino è invece firmato dal Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Castelvetrano, Francesco Fiordaliso: "Penso che Calcara sia una personaggio che ha niente da insegnare ai nostri giovani. Per questo ho rifiutato, dopo essermi consultato con i miei collaboratori, di consentire che i miei studenti dei licei classico, scientifico e pedagogico di Castelvetrano partecipassero all’incontro con lui….”
“Non siamo qui per giudicare le dichiarazioni processuali di Calcara – dichiara Paolo Salerno, presidente dell’associazione antiracket provinciale, ed organizzatore dell’evento – ma siamo qui per ascoltare l’appello alla legalità di un uomo che ha fatto una scelta importante, che ha rinnegato Cosa nostra”.
Salerno parla. Ma la sala è deserta e imbarazzante. Lo sa anche il Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, che cerca di salvare capre e cavoli, di fronte ad Ingroia sempre più perplesso: “Mi riservo di verificare se effettivamente le scuole sono state invitate e non hanno partecipato – dice – ma ad ogni modo era una manifestazione a cui si doveva partecipare. Castelvetrano non è questa”. Pompeo rimanda l’appuntamento ad un secondo incontro con Ingroia, il 16 Febbraio. Ma il procuratore è comunque contrariato: “Ringrazio gli organizzatori per l’invito e per la possibilità che mi hanno dato di ritornare a Castelvetrano. Non ringrazio i dirigenti scolastici, invece, perché hanno fatto una scelta sbagliata, nel giorno del compleanno di Paolo Borsellino e nella terra e patria di Matteo Messina Denaro. Capisco le riserve su Calcara, le cui dichiarazioni comunque sono riscontrate in molti processi, ma è una mancanza di rispetto nei confronti del mio ruolo e della mia persona. Di più: è un segnale ambiguo. Matteo Messina Denaro sarà contento”.
Ha aggiunto Ingroia: “Paolo Borsellino si occupava personalmente del rapporto con Vincenzo Calcara, che è stato valutato, ha parlato di cose attendibili e altre meno…ma oggi non c’è da entrare nel merito delle sue dichiarazioni, piuttosto siamo qui per prendere atto di un processo di revisione critica di chi, organico a Cosa nostra, ha detto di no a questa cultura di violenza e morte”.
In questo clima di tensione, di fronte ad una platea scarna e molto diversa da quella, giovane, che ci si aspettava, Ingroia ha portato comunque il suo ricordo di Borsellino, della sua carica umana ed etica: “E’ stato per me e per molti un educatore e un maestro”. Tornando sulla mancanza delle scuole all’incontro ha criticato un modello scolastico “ovattato” e “impermeabile agli stimoli della società esterna”.
Poi è stato il turno di Calcara, che su mandato della famiglia Messina Denaro avrebbe dovuto uccidere Borsellino nel 1991, e che poi invece si pentì. Calcara ha parlato della “grande anima” di Borsellino, e della sua battaglia “che non è solo contro Matteo Messina Denaro, ma contro tutto ciò che sta dietro e oltre lui”.
Ma la calma è durata poco. Andato via Ingroia per impegni di lavoro, Calcara ha continuato nel racconto della sua vita e nell’appello contro la “cultura della morte”. In platea, ha chiesto di intervenire Vaccarino. Tra i due sono volati insulti e minacce. La conferenza è stata sospesa.
Per Castelvetrano forse ci saranno occasioni migliori.