Il padre molestava la sua fidanzata e lui l’ha ucciso. La vittima avrebbe infatti molestato la compagna del figlio, una donna milanese di 25 anni. Sia l’omicida, che si trova adesso rinchiuso nel carcere ”San Giuliano” di Trapani con l’accusa di omicidio volontario, sia la fidanzata hanno infatti fornito agli inquirenti la stessa versione.
Carmelo Caruso, che vive nell’hinterland milanese, si trovava a novembre a Trapani, ospite del padre. L’assassino, da tempo affetto da disturbi psichici, tre giorni prima del delitto era stato colto da una crisi; per questa ragione era stato ricoverato in osservazione nel reparto di Psichiatria dell’ospedale ”Sant’Antonio Abate”.
Proprio durante l’assenza del figlio, il genitore – che vive in casa con una compagna non vedente – avrebbe molestato la giovane donna. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale ed essere stato informato dalla fidanzata delle molestie, Carmelo Caruso il 10 Novembre si è recato a casa del padre e, al culmine di una lite, ha impugnato un coltello ed un paio di forbici, colpendo il genitore a morte. Poi, ha chiamato il 113: ”venite a prendermi – ha detto al telefono – ho ucciso mio padre”.
Il nuovo esame è stato chiesto dall’avvocato Daniele D’Amico, difensore dell’imputato, dopo il deposito dei risultati della perizia disposta dalla Corte d’Assise di Trapani. Secondo questa Caruso "ha agito lucidamente"La Corte, accogliendo la richiesta del difensore, ha deciso di disporre un’ulteriore perizia al fine di accertare se l’imputato era capace di intendere e di volere al momento del fatto. L’incarico sarà affidato, il prossimo 9 febbraio, ad un collegio di periti.