intervento al Festival della Comunicazione, organizzato dal Comune di Bagheria e in corso fino a venerdì prossimo. L'assessore nel suo intervento illustra una situazione alquanto precaria sotto il punto di vista dell'informazione.
Il risultato, ancora provvisorio (hanno risposto solo 68 amministrazioni sulle 117 obbligate), viene dall'esito del monitoraggio, avviato dal dipartimento regionale delle Autonomie locali sull'istituzione degli uffici stampa in Sicilia, a distanza di quasi 6 anni dalla legge che ne imponeva la creazione per le Province e i Comuni superiori a diecimila abitanti. «Sono convinta - ha detto l'assessore Chinnici - che dare visibilità all'attività della pubblica amministrazione serva a garantire correttezza e trasparenza, trasformando i "palazzi" in case di vetro, nelle quali al centro ci siano gli interessi dei cittadini. Siamo consapevoli che, in questo momento, la normativa sugli uffici stampa negli enti locali non è applicata in maniera uniforme, anche a seguito di una sentenza della Corte costituzionale che nel 2007 ha dichiarato l'illegittimità di alcune norme, complicando la regolamentazione contrattuale dei profili professionali e il conseguente trattamento giuridico-economico. Proprio per questo abbiamo avviato il monitoraggio e, nel contempo, stiamo facendo un approfondimento normativo di tutta legislazione in materia».
Per quanto riguarda la comunicazione, l'assessore Chinnici ha annunciato anche l'esito definitivo di un altro monitoraggio avviato, in precedenza, sull'istituzione degli Urp. Su 390, sono 23 i Comuni siciliani che non hanno ancora istituito e attivato, a distanza di 17 anni dalla legge che ne prevedeva la creazione, l'Ufficio per le relazioni con il pubblico. Per gli enti inadempienti, sono già stati nominati i commissari ad acta che a breve si insedieranno. Nel suo intervento, l'assessore Chinnici ha ricordato anche la figura di Mario Francese, il cronista del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio del 1979, per le sue inchieste su Cosa Nostra. «Francese - ha detto l'assessore - non si limitava a raccontare i fatti, ma cercava di andare veramente a fondo, con coraggio, forza e determinazione ed è per questo che ha pagato, con la propria vita, il suo impegno per la giustizia e la verità».