Se confermato sarebbe il terzo caso in Italia.
La malattia della signora, i cui funerali si sono svolti ieri, ha avuto una evoluzione molto veloce, durata circa due mesi, accusando i sintomi classici del morbo. Dopo una serie di accertamenti svolti nell'ospedale di Trapani, la paziente era stata trasferita a Milano. In seguito al prelievo di un campione di midollo al San Raffaele era stata stilata la diagnosi di un caso sospetto di variante di Creutzfeldt-Jakob. La certezza si potrà avere solo da un esame istologico post mortem che non è stato ancora eseguito.
"Di questo caso sospetto di morbo di Creutzfeldt-Jakob è stata informata anche l'Azienda sanitaria di Trapani", ha dichiarato Ferdinando Mattozzi, dirigente del Distretto di Igiene pubblica di Castelvetrano dell'Asp 9. Fino ad oggi sono solo due i casi accertati in Italia. Il primo riconosciuto dalle autorità sanitarie nel 2002 riguardò una giovane di studentessa di Menfi, un paese dell'agrigentino che dista pochi chilometri da Castelvetrano. Il secondo una donna di 44 anni, morta il 6 gennaio scorso in un ospedale di Livorno.
COLDIRETTI. Se confermato e' una eredita' del lontano passato facilmente prevedibile, per i lunghi tempi di incubazione della malattia, che non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana che e' del tutto sicuro grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all'emergenza Bse.
E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento al caso probabile di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob il cosiddetto morbo della ''mucca pazza'' che riguarda la morte di una casalinga di 58 anni deceduta sabato scorso a Castelvetrano in provincia d Trapani. La Bse e' praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani per l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza come - sottolinea la Coldiretti - il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma anche e soprattutto l'introduzione a partire dal primo gennaio 2002 di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonche' un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identita' del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy.
A dimostrare che nei bovini la malattia della mucca pazza e' ormai quasi completamente debellata sono - conclude la Coldiretti - i numeri forniti dalla Commissione Ue: nell'U nione Europea dai 37.000 animali ammalati del 1992 si e' passati, nel 2009 a soli 67, dei quali appena due casi in Italia su oltre 450mila test effettuati.