"Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano - dicono ancora - stanno inquinando la convivenza sociale e l'immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza".
Le donne oggi continuano a vivere una situazione di costante difficoltà e antica discriminazione, in una quotidianità complessa, che porta la questione di genere ad essere sempre e pesantemente presente.
Dalle difficoltà sul lavoro, passando per quelle della maternità fino ad arrivare alla violenze subite e al rapporto uomo – donna.
"Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile".
Nelle intenzioni delle promotrici si va dunque ben oltre la squallida questione del Presidente del Consiglio e delle differenti realtà femminili che hanno accolto la proposta anche criticamente.
Si tratta infatti di riparlare e riconsederare tutta la questione delle donne e della loro condizione in questo paese.
Un concetto che viene espresso con chiarezza nel vademecum della mobilitazione stessa: "la manifestazione non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive. I cartelli o striscioni ne terranno conto. La manifestazione è fatta per esprimere la nostra forza e la nostra determinazione".
Ed è anche per questo che non sono bene accetti simboli politici o sindacali nei cortei.
“Vogliamo che sia rispettata la nostra trasversalità”: si legge tra le “regole” della manifestazione.
La mobilitazione è promossa dalle donne, ma sono benvenuti anche gli uomini.
Anche perché in questi lunghissimi dibattiti televisivi, se la questione femminile è stata accennata ma mai approfondita - chiedendosi solo come ne uscisse l'immagine della donna - sarebbe ora che anche gli uomini si domandassero come ne esce pure la loro, di immagine.