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13/02/2011 07:09:13

"Se non ora quando?". Donne oggi in piazza in tutta Italia

Ed è la domanda lanciata dalle donne italiane che si riuniranno nelle piazze di tutta Italia per la mobilitazione al femminile (qui il sito dell’evento) fissata per oggi, domenica 13 febbraio. Diverse le piazze delle grandi città che ospiteranno le manifestazioni (qui l’elenco completo con tutti gli appuntamenti). La mobilitazione è partita a fine gennaio e ha raccolto moltissime adesioni, in costante crescita. Da Franca Rame e Dario Fo alla direttrice dell’Unità Concita De Gregorio e Miuccia Prada, fino a Sabina Guzzanti e Lidia Ravera.
Per la politica ci sono Rosy Bindi (Pd) e Giulia Buongiorno (Fli); per il mondo del cinema Margherita Buy, Angela Finocchiaro, Laura Morante e Angela Finocchiaro.
L'appello parla chiaro e nasce come un rigurgito di fronte all'ennessimo scandalo, ribatezzato “Rubygate” o  “bunga bunga”, a seconda del caso, che vede le donne direttamente coinvolte.
"In Italia – chiariscono le organizzatrici della manifestazione - la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari".
Non si può più accettare, dicono le promotrici, "una cultura diffusa che propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici".

"Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano - dicono ancora - stanno inquinando la convivenza sociale e l'immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza".
Le donne oggi continuano a vivere una situazione di costante difficoltà e antica discriminazione, in una quotidianità complessa, che porta la questione di genere ad essere sempre e pesantemente presente.
Dalle difficoltà sul lavoro, passando per quelle della maternità fino ad arrivare alla violenze subite e al rapporto uomo – donna.
"Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile".
Nelle intenzioni delle promotrici si va dunque ben oltre la squallida questione del Presidente del Consiglio e delle differenti realtà femminili che hanno accolto la proposta anche criticamente.
Si tratta infatti di riparlare e riconsederare tutta la questione delle donne e della loro condizione in questo paese.
Un concetto che viene espresso con chiarezza nel vademecum della mobilitazione stessa: "la manifestazione non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive. I cartelli o striscioni ne terranno conto. La manifestazione è fatta per esprimere la nostra forza e la nostra determinazione".
Ed è anche per questo che non sono bene accetti simboli politici o sindacali nei cortei.
“Vogliamo che sia rispettata la nostra trasversalità”: si legge tra le “regole” della manifestazione.

La mobilitazione è promossa dalle donne, ma sono benvenuti anche  gli uomini.
Anche perché in questi lunghissimi dibattiti televisivi, se la questione femminile è stata accennata ma mai approfondita - chiedendosi solo come ne uscisse l'immagine della donna - sarebbe ora che anche gli uomini si domandassero come ne esce pure la loro, di immagine.