Caravà, è stato eletto nel 2006 con la coalizione di centrosinistra. Tra l’altro a Maggio si rivota. E lui si ricandida.
È sempre stato in prima fila, da quando amministra il comune campobellese, nella sensibilizzazione contro le mafie. È presente spesso anche alle riunioni di Libera. Gonfalone e vigili urbani. Anche se le sue vicende presentano qualche neo. Nell’estate del 2007 è stato denunciato dalla polizia di stato per i reati di estorsione aggravata e voto di scambio. Lo dice una relazione della Direzione investigativa antimafia. Poi tutto è rientrato, a quanto pare. Siamo felici.
Un anno dopo gli ispettori del ministero fanno visita al Comune perché sentono puzza di infiltrazione mafiosa e si arriva quasi allo scioglimento. Ma anche lì tutto bene quel che finisce bene.
Il Comune di Campobello finisce sottosopra per l’operazione Golem 2. Ma, come dicono gli inglesi, business as usual. Ancora: due consiglieri della maggioranza, Antonino Di Natale e Giuseppe Napoli, arrestati l’estate scorsa con l’accusa di concussione. Un altro, Grigoli, parente dell’omonimo uomo Despar, costretto alle dimissioni.
Ma si sa, la vita del Sindaco antimafia è costellata di croci e dell’invidia delle malelingue.
Bisogna andare avanti. Non mollare mai, come recita una delle tante manifestazioni antimafia organizzate dal vulcanico Sindaco. E così nel maggio scorso Caravà annuncia che il Comune da lui amministrato si sarebbe costituito parte civile nei processi contro le criminalità organizzate che coinvolgono il territorio della provincia.
Bene, bravo, bis.
Il 2 febbraio a Trapani, con 22 anni di ritardo e depistaggi vari, inizia il processo sull’omicidio del giornalista Mauro Rostagno che ha come imputati il boss Vincenzo Virga e il killer Vito Mazzara. Il processo è molto sentito in provincia e molte associazioni ed enti locali avanzano la richiesta di costituzione di parte civile. Tra questi anche il comune di Campobello. Per inciso, ogni comune, per legge, dovrebbe tenere aggiornato sul proprio sito web l'albo pretorio. Campobello non aggiorna l'archivio delle delibere da maggio 2010. Quindi su internet non troverete la delibera n.18 del 31 gennaio scorso con cui la giunta campobellese autorizza la partecipazione al procedimento penale.
Ma l'atto esiste e tanto di cappello. Soprattutto per le motivazioni che spingono il proponente (Ciro Caravà) a presentare l’ente in aula. ‹‹L’omicidio Rostagno si connota per essere plurioffensivo – si legge nella delibera - in quanto le sue battaglie mediatiche si articolavano nell’interesse dell’intero territorio trapanese e dunque a tutela delle comunità ivi residenti››. Quindi i reati commessi dagli imputati hanno recato danni di carattere patrimoniale e non a tutta la provincia di Trapani, Campobello compresa, derivati dal danno d’immagine. Simili considerazioni sono state avanzate anche dagli altri enti comunali che hanno fatto richiesta presso la Corte d’Assise di Trapani.
Ma Caravà e i suoi hanno fatto, e dato, di più. Con la delibera del 31 gennaio infatti non solo si è autorizzata la costituzione di parte civile del comune ma in relazione a questa, anziché predisporre l’ufficio legale comunale alla preparazione di tutti gli atti necessari per la costituzione di parte civile (sapendo che, tra l’altro, l’ufficio legale della Provincia si era dichiarato pronto ad aiutare i piccoli Comuni nella redazione e preparazione degli atti) si è conferito l’incarico ad un professionista esterno. La predisposizione degli atti sarebbe dovuta toccare all’ufficio legale comunale diretto dall’Avv. Kathya Ziletti senza costi aggiuntivi per l’amministrazione, così come è avvenuto in altri comuni. Invece è stato deciso di ingaggiare un professionista esterno, l’avv. Biagio Di Maria, dietro un “compenso approssimativo per le prestazioni a titolo di diritti e onorari nella misura di 6.000 euro oltre Iva e Cpa come per legge”. Dove sta il problema. Sembra che la legge ammetta questo tipo operazioni, anche se con le relative cautele economiche. Si sa che, di questi tempi, è meglio non inserire troppe voci in bilancio. Soprattutto quando c’è il rischio di non recuperare le somme visto che il comune di Campobello, alla fine, non è stato ammesso come parte civile e che quindi non potrà intascare i benefici contenuti nel Fondo di Rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso. Insomma il lavoro dell’avvocato Di Maria è durato due giorni e sarà retribuito – se la delibera non verrà modificata - ugualmente (6.000 euro con anticipo di 2.000), niente male.
‹‹Ancora una volta al comune di Campobello di Mazara vince la legalità di facciata mistificandola con atti e azioni che nulla sanno di alta moralità e di rispetto delle regole, ma che si interfacciano alla logica clientelare e dello sperpero di denaro pubblico››. Sono le parole del consigliere comunale Vito Mangiaracina, del Movimento Campus Belli, che parla di legalità “di facciata” del sindaco Caravà. ‹‹Mauro Rostagno attraverso i suoi interventi televisivi denunciava clientele, logiche affaristiche, massoneria deviata, traffici di armi e di droga, - continua Mangiaracina - e sicuramente non condividerebbe che si faccia speculazione e clientela a danno del suo nome››.
Ma quale speculazione. Caravà rilancia. Qualche giorno fa il Comune di Campobello decide di costituirsi parte civile in un altro processo, quello scaturito dall’operazione Golem 2. E il Sindaco ripete lo schema: incarico all’avvocato Di Maria, sempre per 6.000 euro…
Forse l’amministrazione Caravà ha perso una buona occasione per risparmiarsi da un po’ di critiche. Ma non è la prima volta. Si è sicuramente sentita l’assenza dell’amministrazione campobellese al processo Messina Denaro-Grigoli, in cui il latitante e il suo cassiere sono stati condannati a 30 e 12 anni lo scorso gennaio. In quell’occasione il comune campobellese, assieme ad altri enti, non fece neppure richiesta di costituzione di parte civile. Eppure l’attività illecita di Matteo Messina Denaro e di Grigoli ebbe epicentro proprio tra Campobello e Castelvetrano. Il difensore dell’associazione Antiracket, l’avvocato Novara, dopo la sentenza, ha espresso il proprio rammarico per la quasi totale assenza della società civile e degli enti. Il sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, disse che si era dimenticato del processo. Caravà, forse, non trovava un professionista esterno.
Francesco Appari
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