L’ex sindaco di Palermo condannato per mafia credeva che i destinatari dei messaggi potessero contribuire a risolvere i suoi problemi giudiziari. E’ uno dei documenti che Massimo Ciancimino ha consegnato oggi ai pm della procura di Palermo Nino Di Matteo e Lia Sava. In passato il figlio di Ciancimino aveva parlato di presunti rapporti tra il padre e Berlusconi sin dai tempi in cui il presidente del Consiglio progettava Milano 2. Nella nuova ”rata” di carte consegnate ieri ai magistrati Massimo Ciancimino ha portato alcuni ”pizzini”: non è chiaro se si tratti di copie o di originali. E non è neppure certo che i messaggi siano arrivati a destinazione.
Anche la moglie di don Vito, Epifania Scardina, ha parlato recentemente di un incontro del marito con Berlusconi in un ristorante milanese. L’interesse dell’ex sindaco era quello di orientare i suoi investimenti sulla piazza milanese e per questo avrebbe avviato una rete di relazioni con gli ambienti imprenditoriali.
Nell’incontro di ieri con i magistrati, durato oltre tre ore, Massimo Ciancimino ha depositato anche ”pizzini” del padre diretti al boss Bernardo Provenzano che di solito faceva recapitare attraverso un mediatore. Altri documenti riguardano gli affari piu’ recenti di Ciancimino. Per mandare avanti le sue iniziative avrebbe stabilito rapporti interessati con vari politici. A qualcuno, secondo il figlio Massimo, il padre avrebbe versato anche tangenti. I magistrati hanno secretato il verbale del nuovo interrogatorio e la descrizione del contenuto delle nuove carte che sarebbero state portate da Massimo Ciancimino in Procura come riscontro a precedenti dichiarazioni. Il figlio dell’ex sindaco, solitamente molto loquace e disponibile con i cronisti, questa volta, dopo l’interrogatorio con i pm, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.