Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
16/03/2011 11:28:33

Strage di Viale Lazio: ergastolo confermato per Riina e Provenzano

I NOMI DEI SICARI- Lo scopo era eliminare il capomafia Michele Cavataio. Le indagini sull’eccidio, più volte chiuse per mancanza di indizi, furono riaperte dopo il pentimento di Gaetano Grado che, confermando il racconto di un altro collaboratore di giustizia, Antonino Calderone, fece i nomi dei sicari.

LA STRAGE - La sera del 10 dicembre 1969 i killer, travestiti da poliziotti, fecero irruzione negli uffici dell’impresa edile Moncada, uccidendo Cavataio, Francesco Tumminello, Salvatore Bevilacqua e Giovanni Domè, custode degli uffici. Nella sparatoria perse la vita anche uno dei killer del commando, Calogero Bagarella, fratello del capomafia di Corleone Leoluca e cognato di Totò Riina. Nel processo si sono costituiti parte civile la Provincia di Palermo, con l’avvocato Concetta Pillitteri, i familiari di Giovanni Domè, custode degli uffici del costruttore Moncada in viale Lazio dove avvenne la strage con l’avvocato Francesco Crescimanno.