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18/03/2011 05:29:24

Giovanni Tumbiolo: "I nostri pescatori, esempio di cooperazione e di coraggio"

Derivano da una serie di condizioni che hanno investito negativamente la pesca siciliana. Il rapporto annuale sulla pesca ha indicato alcuni dati drammatici: migliaia di posti di lavoro in perdita, una riduzione del pescato del 30%, danni enormi alla filiera.

Una batosta.
Non solo per l’economia del settore, ma per tutta la Regione. Stiamo parlando di 4500 posti di lavoro persi negli ultimi tre anni.

In cima ai motivi della crisi c’è il costo del gasolio.

Assolutamente si. Il suo aumento vertiginoso è uno dei fattori più significativi.

Poi?
Poi le tensioni nel Mare Mediterraneo, insieme alla dissennata attività dell’Unione Europea con la demolizione della flotta.

Come si può uscire dalla crisi?
Con un piano di recupero che coinvolga tutti gli attori, cominciando dalle associazioni professionali. Non possiamo più andare in ordine sparso, con marinerie spaccate e senza una progettualità condivisa. Ci sono tavoli, come quelli dell’Unione Europea, in cui bisogna andare uniti con progetti chiari.

Voi del Distretto che proposte avete?
Noi portiamo un modello di sviluppo per tutto il Mediterraneo che chiamiamo della “blue economy”. Un metodo comune che ha come motore la creazione di una rete di distretti del Mediterraneo, che da un lato faranno riprendere le economie nei diversi luoghi, anche nei paesi africani.  La ripresa c’è se alla base mettiamo una profonda cooperazione tra i popoli del Mediterraneo.

Oggi quando si parla di Mediterraneo e di pesca il pensiero va subito alle ondate di migranti che arrivano nelle nostre coste. Va sottolineato il ruolo positivo e coraggioso della marineria mazarese: i nostri pescatori non esitano un momento a raccogliere disperati in mare.

Tenete presente che quando i nostri pescatori intervengono per salvare delle vite in mare, ricevono medaglie ed encomi. Ma tutti si dimenticano che  per le famiglie, i pescatori, l’impresa è una perdita secca. Quella dei pescatori è una generosità doppia, perché da un lato  si rinnova un miracolo quotidiano, quello della convivenza di uomini provenienti da tanti paesi, e che parlano lingue diverse.   E in più, i nostri pescherecci sono il braccio avanzato dell’accoglienza: i nostri marinai, anche se portano un’elemosina di salario a casa, non esitano a perdere tempo pur di salvare la vita di un altro uomo.