Un lungo corteo, partito da piazza Bologna, si è snodato per le vie del centro del capoluogo lucano, concludendosi a piazzale Vincenzo Verrastro dove sul palco, in tanti, si sono alternati nella lettura dei 900 nomi delle vittime delle mafie. Ad iniziare la lettura dei nomi è stato il fondatore di Emergency, Gino Strada, proseguita poi da alcuni familiari delle vittime e da rappresentanti delle associazioni presenti.
Dal palco il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, durante il suo intervento ha invitato a lottare contro la mafia «tutti i giorni, perché la speranza e la libertà devono essere un impegno quotidiano». Poi, il sacerdote impegnato da sempre nella lotta alle mafie, proseguendo ha sottolineato: «è un'emozione vedere gli occhi e lo sguardo dei familiari delle vittime, giunti a Potenza da ogni parte d'Italia e d'Europa. E' importante che vi sia un giorno all'anno in cui ricordiamo tutte le vittime della criminalità organizzata».
Poco prima sul palco era salita anche la mamma di Elisa Claps la studentessa potentina, ritrovata senza vita il 17 marzo 2010 dopo 17 anni di inutili ricerche, diventata un simbolo della volontà di riscatto di Potenza e di una battaglia per chiedere «verità e giustizia», lo stesso slogan scelto quest'anno dai promotori della manifestazione. La donna, visibilmente emozionata, ma con voce ferma, ha incitato i partecipanti a trovare sempre la verità e lottare per la giustizia.
Durante l'iniziativa non sono mancate anche le polemiche contro la riforma della giustizia del Governo. «Quando ci ritroveremo con una magistratura indifesa e inefficiente non si dica che noi non lo avevamo detto», ha tuonato il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, poi, rispondendo alla domanda se si fosse pentito di aver espresso pubblicamente la sua opinione, nei giorni scorsi, il magistrato ha detto di non essere affatto pentito, «anzi sono pronto a rifarlo e rivendico il diritto di farlo. Rivendico - ha aggiunto - il dovere di far sapere ai cittadini il punto di vista di chi quotidianamente si occupa di queste vicende». «La mia - ha concluso Ingroia - é comunque una semplice opinione, senza pregiudicare le scelte autonome del potere legislativo».
Parole dure anche da Don Ciotti, secondo il quale «non si può parlare di riforma ma bisogna parlare di sequestro della giustizia». «Questo progetto - ha aggiunto Don Ciotti - indebolisce l'autonomia della magistratura. Non è possibile sottomettere l'indipendenza dei pubblici ministeri al potere politico. Dobbiamo dire 'no' alla cancellazione dell'articolo 101 della Costituzione che deve rimanere uno dei capisaldi del nostro ordinamento. Dobbiamo difendere - ha concluso il sacerdote - l'indipendenza della magistratura e l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge». In un altro passaggio del suo discorso, riferendosi alle intercettazioni, Don Ciotti ha voluto ricordare che «senza le intercettazioni, magistrati come Caselli e Ingroia non sarebbero qui».
Riferendosi alla Giornata della memoria, Ingroia ha inoltre aggiunto che «quello di oggi è un grandissimo segnale di un'Italia che crede nella lotta alla mafia, nei valori della Costituzione, della libertà e della giustizia». Mentre per il sindaco di Potenza Vito Santarsiero: «Potenza ringrazia Libera per la straordinaria opportunità che ci è stata data di ospitare una manifestazione di grandissima emozione e tensione morale, civile e democratica».
Una manifestazione, quella organizzata per la 16° Giornata della Memoria e dell'Impegno, segnata dalla presenza di tantissimi giovani e giovanissimi, come sottolineato dalla Segretaria Confederale della CGIL, Serena Sorrentino, presente al corteo dietro lo striscione unitario CGIL, CISL e UIL. Una presenza, ha spiegato la dirigente sindacale, «che testimonia un continuo rinnovamento della tensione democratica in favore della legalità» e, ha proseguito, «come richiama l'appello della manifestazione, una domanda ampia di verità e giustizia».
In riferimento alle polemiche di questi giorni legate al tema della riforma della giustizia, secondo Sorrentino «oggi più che mai è importante difendere l'autonomia della magistratura e l'equilibrio istituzionale dei poteri». E' necessario, secondo quanto dichiarato dalla sindacalista, «rilanciare il tema di una giustizia efficiente ed efficace, che risponda in tempi certi, soprattutto sul fronte civile, alla risoluzione dei contenziosi», un obiettivo che si può raggiungere solo »investendo risorse pubbliche per potenziare strumenti e mezzi sia degli operatori della giustizia sia di quelli della sicurezza». Al contrario oggi, ha concluso Sorrentino, «assistiamo contemporaneamente ad una politica dei tagli, alla delegittimazione della magistratura e a riforme che anziché parlare alla difesa dei diritti dei cittadini e all'efficienza della giustizia sono piegati ad interessi di parte».