La votazione finale del provvedimento è invece prevista questo pomeriggio. Il disegno di legge è stato presentato dall’assessore regionale per la funzione pubblica, Caterina Chinnici. “Finalmente”, è stato il suo commento, “dopo un lunghissimo e difficile iter il Parlamento ha varato una riforma che consentirà un processo di rinnovamento e modernizzazione della pubblica amministrazione, accrescendo la competitività, lo sviluppo territoriale e la capacità di attrarre investimenti da parte della Regione”. In tutto, sono 23 gli articoli del disegno di legge che introduce un più moderno sistema di regole concernenti il procedimento amministrativo. L’obiettivo è quello di snellire e modernizzare l’apparato burocratico regionale. Per esempio, con l’entrata in vigore del provvedimento le pubbliche amministrazioni dovranno concludere un procedimento amministrativo “entro il termine di 30 giorni a decorrere dall’inizio di ufficio del procedimento o dal ricevimento della domanda se il procedimento è a iniziativa di parte”. Sono previste alcune deroghe ma in ogni caso l’iter non potrà comunque superare i 150 giorni. Introdotto anche il principio di risarcimento del danno causato dal ritardo o dall’omissione nell’adozione del provvedimento. Prevista anche la digitalizzazione della pubblica amministrazione regionale, viene introdotta la normativa nazionale in materia di “segnalazione certificata di inizio attività” quale strumento di semplificazione sostitutivo di ogni atto di autorizzazione e viene ridefinita la disciplina dello sportello unico per le attività produttive in un’ottica di semplificazione delle procedure.
“Con il via libera alle leggi sulla semplificazione amministrativa e sulla riforma elettorale il parlamento siciliano ha ottenuto due importanti risultati". Lo afferma Livio Marrocco, capogruppo all’Ars di Fli, sottolineando in particolare che “come auspicato da Futuro e Libertà per l’Italia è stato abolito l’attuale voto di trascinamento dal consigliere al sindaco”.
Interviene pure Alessandro Aricò: “Esprimo disappunto per l'esclusione pregiudiziale decisa dal presidente di turno, Santi Formica, di due emendamenti alla legge elettorale che prevedevano il test antidroga per i candidati e la periodicità dei controllo per gli eletti". Gli emendamenti erano firmati oltre che da Aricò da Marrocco, Gentile e Currenti (Fli) e Cimino (FdS). ”Proseguiremo la battaglia - conclude Aricò - con i nostri parlamentari nazionali per introdurre questi principi nella legislazione nazionale".