Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/04/2011 05:55:34

Resta aperta l'inchiesta su Romano per concorso esterno

Il gip Giuliano Castiglia ha infatti chiesto al pm Nino Di Matteo di produrre gli atti di un procedimento, scaturito dall'operazione "Ghiaccio", che si era concluso nel 2004 con l'archiviazione.

L'indagine era stata riaperta nel 2005 e l'accusa chiedeva di chiuderla con una nuova archiviazione. Il gip ha invece deciso un approfondimento della posizione del ministro richiamando gli atti dell'operazione "Ghiaccio" nella quale erano coinvolti, tra gli altri, l'ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, e il medico-boss Giuseppe Guttadauro.

Il pm Di Matteo ha chiesto a sua volta l'acquisizione della sentenza ormai definitiva per la quale Cuffaro sta scontando in carcere una condanna a sette anni per favoreggiamento a Cosa nostra. Nella sentenza viene citato il collaboratore Francesco Campanella il quale ha detto che Romano nel 2001 era "a disposizione" della cosca di Villabate (Palermo) e dei boss Antonino e Nicola Mandalà. Il gip si è riservato di decidere e ha fissato una nuova udienza per il 9 giugno.

9,00 - Il gip Giuliano Castiglia deciderà oggi la posizione del ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura aveva chiesto l'archiviazione, ma il Gip ha fissato l'udienza preliminare alla quale Romano comunque non parteciperà: è impegnato, infatti, in Lussemburgo nel vertice di ministri dell'agricoltura dei paesi dell'Ue.

Il pm Nino Di Matteo non ha depositato nuovi documenti rispetto a quelli posti a base dell'ipotesi accusatoria di una 'contiguita' di Romano con ambienti della mafia di Villabate (Pa). Ne ha parlato il collaboratore di giustizia Francesco Campanella, secondo il quale il ministro sarebbe stato "a disposizione" di Cosa nostra, in particolare dei boss Nicola e Antonino Mandalà.

La Corte d'appello, che ha condannato per favoreggiamento della mafia l'ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, ha scritto: "Campanella incontrò Romano per chiedergli l'inserimento di Giuseppe Acanto nella lista Biancofiore e ciò riferendogli espressamente che si trattava di un candidato sostenuto dal gruppo di Villabate e da Antonino Mandalà".

La lista Biancofiore era, nelle elezioni regionali 2001, espressione dell'Udc siciliana. Romano era a quel tempo dirigente di primo piano del partito dal quale si è recentemente distaccato per fondare il Pid e aderire al gruppo dei 'Responsabili' che sostiene il governo Berlusconi. Domani il Gip si troverà a scegliere fra due strade.

Potrebbe accogliere la richiesta di archiviazione, oppure disporre nuovi accertamenti. Romano è inoltre indagato per corruzione aggravata in un altro procedimento scaturito dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino e da alcune intercettazioni telefoniche. La Procura ritiene che Romano, il senatore Carlo Vizzini del Pdl e Salvatore Cuffaro, abbiano ricevuto tangenti per favorire la società Gas, della quale era socio Ciancimino, in alcune operazioni di metanizzazione.