Dal carcere era uscito da qualche anno, dopo avere scontato 9 anni per associazione mafiosa e in cella c’è tornato per una estorsione subita da una impresa, Micone, che negli anni ’80 si occupava della costruzione del depuratore di Trapani, l’ordine del giovane Virga fu quello che se l’impresa non pagava, i lavori del depuratore dovevano fermarsi, nessuna impresa vi avrebbe potuto partecipare. La vicenda fu dapprima raccontata a metà degli anni ’90 dal pentito di Paceco Francesco Milazzo, poi nuovi particolari sono stati aggiunti da Birrittella che con la sua impresa al depuratore eseguiva lavori in subappalto. Franco Virga, mentre il padre era latitante faceva da «reggente» della cosca di Trapani, era lui che «dava gli ordini». L’odierna condanna a 3 anni gli è stata inflitta dai giudici (la Cassazione l’ha resa definitiva) in continuazione con la precedente di 9 anni, già scontata.