E la Corte gli ha dato ragione: assolto. E' terminato così ieri il processo d'Appello per l'ex vicepresidente della Regione Siciliana, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici hanno anche confermato la prescrizione per il reato di corruzione. Confermate in appello le condanne per il capomandamento di Trapani, Francesco Pace (5 anni) e l'ingegnere Leonardo Barbara (3 anni e mezzo , 18 mesi in meno rispetto al primo grado). ''Soddisfatto, perche' lo sapevo innocente'' si e' detto Vito Galluffo.
A conclusione della requisitoria, il sostituto procuratore, Andrea Tarondo, aveva chiesto la condanna a 8 anni. Il processo si teneva innanzi la Sesta Sezione della Corte d'Appello di Palermo, presidente Biagio Insacco.
Bartolo Pellegrino era accusato di essersi attivato per agevolare una speculazione edilizia attorno alla quale gravitavano gli interessi della mafia. A puntare il dito contro l’ex assessore era l’imprenditore Antonino Birrittella che, dopo essere finito in manette nell’ambito dell’inchiesta "mafia ed appalti", ha deciso di pentirsi e di collaborare con la giustizia.
Pellegrino fu assolto, in primo grado, dal Tribunale di Trapani dall’accusa di associazione mafiosa mentre il reato di corruzione fu dichiarato prescritto. Finì decisamente peggio invece al boss Francesco Pace ed all’ingegnere Leonardo Barbara condannati entrambi a cinque anni di reclusione. Per Barbara, nel secondo grado, 18 mesi in meno di pena. Il professionista, sentito dagli inquirenti alla vigilia dell’apertura del processo di secondo grado, ha riferito di avere visto una mazzetta che Antonino Birrittella sostiene di avere mostrato nel corso di un incontro all’ex assessore.
Scrive il giornalista Gianfranco Criscenti: "Nel maggio del 2000, il pm Antonio Ingroia, chiese l'assoluzione per l'ex deputato regionale democristiano Pino Giammarinaro, l'andreottiano eletto all'Ars con 50.000 voti e la benedizione di Giulio Andreotti, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tre pentiti, infatti, non confermano le accuse in aula. E la richiesta di una condanna sarebbe stata una sconfitta annunciata.
Undici anni dopo, processo all'ex vice presidente della Regione siciliana, Bartolo Pelligrino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Contro il politico ci sono soltanto le accuse di un dichiarante. Il pm chiede la condanna. Il Tribunale di Trapani assolve. Il pm si appella e veste le funzioni di pg nel processo di secondo grado. Continuano a non esserci prove. Richiede la condanna. E la Corte ri-assolve. Mi chiedo perchè un magistrato debba azzardare tanto. Nel processo Pellegrino, insomma, la doppia sconfitta dell'accusa è stata (quasi) cercata. E questo non aiuta nella lotta alla mafia. Anzi, al contrario, provoca un ulteriore scollamento tra istituzioni e società civile".