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21/04/2011 05:34:35

Mogavero: "Non mi riconosco nell'Italia che nega l'accoglienza". Migranti si feriscono per evitare il rimpatrio

Lo scrive il vescovo Domenico Mogavero nel messaggio di Pasqua indirizzato ai fedeli.
«Da alcune settimane - prosegue nel messaggio mons. Mogavero - assistiamo, sgomenti, a un esodo di proporzioni inusuali dalle sponde meridionali del Mediterraneo verso l'Europa. Adulti, uomini e donne, giovani e bambini ci chiedono accoglienza, solidarietà e condivisione delle loro angosce, protezione dalle violenze della guerra e delle persecuzioni. Eppure l'Europa sta mostrando una sconosciuta durezza di cuore. Stiamo assistendo a una drammatica attualizzazione della parabola del ricco gaudente (i popoli dell'Europa) che nega al povero Lazzaro (gli ultimi del nostro tempo) finanche le briciole della propria tavola» «Anche tanti italiani - conclude - che sentono come insidiata la loro tranquillità economica e sociale, intravedendo nell'uomo che viene dall'altra sponda del Mediterraneo un pericoloso delinquente, mostrano un volto indignato e insofferente, come mai prima d'ora. Raccogliamo, così, il frutto scellerato di dichiarazioni irresponsabili fatte da rappresentanti delle istituzioni dello Stato. Non mi riconosco in un'Italia che la pensa così. Se, poi, inseriamo questa emergenza umanitaria nel gravissimo contesto della crisi economica e dell'occupazione e delle nuove povertà che affliggono particolarmente la nostra regione, continuare a sperare diventa veramente arduo. Se vogliamo celebrare Pasqua con cuore riconciliato e sereno dobbiamo condividere la luce della speranza che splende sul volto di Cristo risorto, offrendola come dono particolarmente a coloro che fanno fatica a scorgere barlumi di futuro nella propria esistenza».

Mogavero ha anche annunciato che la prossima riunione dei vescovi del nord Africa si svolgerà in Sicilia. La riunione si svolgerà nel 2013 nella sua diocesi di Mazara del Vallo. Negli ultimi mesi mons. Mogavero - membro della commissione episcopale per le migrazioni - ha incontrato i vescovi nordafricani (Algeria, Marocco, Tunisia e Libia) sullo sfondo delle rivolte popolari.

«Il mondo arabo attraversa un momento molto delicato di grande fermento e se noi in Europa e in Occidente rimaniamo spettatori potremmo perdere un treno importante», ha detto il presule sottolineando la necessità di «affiancare» e non di «interferire» con le rivolte. Le chiese cristiane del nord Africa «non hanno complessi di inferiorità anche quando sono in minoranza e non temono l'accerchiamento in un mondo nel quale si diffonde la sindrome del fortino», ha aggiunto Mogavero che ha poi messo in evidenza il fatto che le rivolte arabe siano state caratterizzate dal «protagonismo di giovani e donne: altro che imam e scuole coraniche».

Il vescovo di Mazara del Vallo si era proposto nelle scorse settimane per un ruolo di mediazione con il mondo nordafricano proprio in ragione dei contatti con le diocesi che affacciano sulla costa meridionale del Mediterraneo. «La mia proposta è stata immediatamente accettata e gradita anche se non c'è ancora stato un seguito a causa dell'emergenza attuale», ha detto Mogavero che, «senza voler dar voti», ha però espresso parole di apprezzamento per il ministro dell'Interno Roberto Maroni che, ha sottolineato, «non è un uomo che si lascia prendere dal solo impulso o dall'appartenenza politica».

Sono stati trasferiti a Trapani,ieri pomeriggio, i trentasei tunisini sbarcati, martedì notte a Pantelleria. I migranti hanno raggiunto l'isola a bordo di un barcone che li ha lasciati a pochi metri dalla costa, riuscendo a far perdere le proprie tracce. Le ricerche del natante non hanno dato alcun risultato. Degli scafisti, insomma, nemmeno l'ombra. I nord-africani - tra cui una donna - hanno raggiunto Scauri. Una volta messo piede sull'isola, però, sono stati subito bloccati dai carabinieri. Oggi pomeriggio, i magrebini sono stati trasportati, a Trapani, a bordo della nave «Pietro Novelli». Giunti sulla terraferma sono stati accompagnati, in pullman, scortati dai mezzi dei carabinieri, al centro di accoglienza della frazione di Salinagrande. Con loro c'erano anche gli otto tunisini arrivati a Pantelleria con una piccola imbarcazione che è stata sottoposta a sequestro.

E pur di non salire su quell'aereo che li avrebbe riportati in Tunisia, ieri sera all'aeroporto di Palermo "Falcone e Borsellino" tre immigrati si sono inferti dei tagli alle braccia. Soccorsi immediatamente, due tunisini sono stati trasferiti all'ospedale Cervello, un altro a Villa Sofia, ma le loro condizioni non destano particolari apprensioni.

Non è la prima volta che alcuni immigrati si lasciano andare a gesti di autolesionismo per evitare il rimpatrio. Lo scorso 11 aprile, durante un'animata protesta messa in atto al centro d'accoglienza di Lampedusa, alcuni tunisini erano saliti sul tetto della struttura dando fuoco a dei materassi e compiendo atti di autolesionismo sempre, fortunatamente, senza gravi conseguenze.