L’ordine esecutivo di scontare la pena, già stabilita nel rito abbreviato del GIP di Marsala e confermata dalla Corte di Assise e di Appello di Palermo, è scattato a seguito del rigetto del ricorso in Cassazione.
Il reato per cui Antonio Messina è stato condannato è quello di concorso in omicidio aggravato premeditato. Difatti, come dapprima accertato dai Carabinieri di Mazara del Vallo e del Nucleo Investigativo di Trapani e poi riscontrato dai Giudici, il condannato collaborò attivamente i suoi fratelli Gaspare Messina (39 anni) e Messina Dario (27 anni), nella spedizione punitiva armata contro Francesco Bianco, consumata nella notte del 03 gennaio 2007 davanti il locale Cap. St. Martin, all’epoca dei fatti gestito dagli stessi fratelli Messina.
Le indagini dell’epoca permisero dopo poco tempo di appurare che a sparare il colpo di fucile a canne mozze fu Gaspare, al quale Dario aveva passato di mano l’arma da fuoco, tant’è che i due, vennero subito arrestati e poi condannati a 15 anni di reclusione, che stanno scontando nel carcere di Trapani.
La correità di Antonio Messina è invece emersa in una fase successiva, grazie agli approfondimenti investigativi degli inquirenti, principalmente basati sull’analisi dei tabulati telefonici e delle celle di aggancio dei ponti ripetitori, secondo cui, dopo aver appreso telefonicamente dell’ennesima lite al Cap. St. Martin provocata da Francesco Bianco, fu proprio Antonio con la propria autovettura ad andare a prendere i fratelli Gaspare e Dario, a condurli sul luogo dell’agguato e, dopo la consumazione dello stesso, a portarli via.
Tra l’altro, quando i fratelli Messina accorsero al Cap. St. Martin ed appresero delle molestie e dell’aggressione subite dai camerieri, fu proprio Antonio Messina che per primo si scagliò contro Francesco Bianco colpendolo a pugni in faccia, mentre il fratello Dario andava a recuperare l’arma da fuoco in macchina e la passava a Gaspare.
Dopo la notifica del mandato, l’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Marsala.