Per il primo capo di imputazione il reato è stato prescritto. Per quanto riguarda l'abuso d'ufficio, il pubblico ministero non ha ravvisato alcun dolo, anche se la concessione è avvenuto in modo irregolare. Sono state queste le conclusioni del al termine della requisitoria nel processo dalla società “Antiche Saline” di Giacomo D'Alì Staiti e della moglie Adele Occhipinti.
Il processo è stato avviato in Tribunale, a Marsala, nel novembre del 2009. In totale sono coinvolte 17 persone: Enza Canale, ai tempi dirigente del Suap, l'ing. Mario Stassi, l'ex assessore provinciale al Territorio Angelo Mistretta, i componenti del consiglio provinciale scientifico Domenico Ottonello, Giovanni Curatolo, Maria Guccione, Antonino Provenza, Francesco Torre, Antonino Castelli, Maria Rosa Sciannaca, l'ex soprintendente Carmela Di Stefano, i tecnici della soprintendenza Sergio Alessandro e Silvio Manzo, il progettista Roberto Manuguerra, il titolare dell'impresa Gble Gaspare Buscaino, e i proprietari dell'area Giacomo D'Alì Staiti e Adele Occhipinti. Parti civili tre associazioni ambientaliste, tra cui l'Ekoclub, il cui legale è l'avvocato Giovanni Gaudino. Il 4 luglio la parola passerà alle difese.