La missiva è datata 4 giugno, lo stesso periodo in cui la Santa Sede ha inviato il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, responsabile Cei per gli Affari giuridici, come visitatore apostolico nella diocesi trapanese. Una sorta di “ispezione” legata ad un’indagine in corso da parte della magistratura relativa ad un presunto ammanco di oltre un milione di euro riguardante alcune fondazioni della Curia trapanese.
Ma dietro la decisione del Vaticano vi sarebbero anche motivazioni legate alla gestione pastorale della diocesi che avrebbe provocato profondi dissapori tra il vescovo ed alcuni sacerdoti. È in questo clima che si inquadra la lettera che sarebbe stata inviata a Bisignani, che contiene una serie di pesanti apprezzamenti sul provvedimento e sulla gestione del potere nella stanze della Santa Sede.
“La pregherei di attivarsi quanto prima in Vaticano – vi si legge, tra l’altro – affinchè vada tutto per il meglio, nella solita discrezione che sempre la contraddistingue. Preferisco evitare ogni contatto telefonico e spero di ricevere presto sue notizie che possano rasserenarmi. Nel ringraziarla per il suo intervento, la benedico”.
La lettera risulta inviata all’indirizzo di Bisignani, in Piazza Mignanelli 3 a Roma. Al momento non c’è alcuna conferma da parte dei magistrati che indagano sulla P4 circa la presenza del carteggio negli atti dell’inchiesta.
Ma il vescovo Francesco Micciché smentisce categoricamente di aver mai scritto e inviato una lettera a Bisignani. Dichiara altresì di essersi rivolto alla magistratura e di aver sporto immediatamente querela non appena, avvertito da un giornalista de “Il Fatto quotidiano” che gli aveva chiesto conferma sulla missiva, è giunto in possesso di una copia della lettera inviata via fax dallo stesso giornalista.
Il vescovo aveva già chiesto l’intervento della magistratura in seguito alla campagna diffamatoria messa in atto nei suoi confronti nei ultimi mesi.
“Confido che, grazie all’operato della magistratura, possa finalmente e al più presto, venire a galla tutta la verità su questa vicenda che sta creando un profondo disagio in tutta la Chiesa trapanese” – afferma mons. Francesco Micciché.