Quello del collaboratore di giustizia, 60 anni, è il secondo tentativo di suicidio in quattro mesi, da quando, cioè, ha fatto ritorno in Italia, lamentando la scarsa attenzione nei suoi confronti dopo 22 anni di collaborazione con la giustizia. Attraverso il suo avvocato, Carlo Fabbri – secondo quanto riportano alcuni quotidiani -, Mannoia ha chiesto di parlare con i magistrati di Palermo e con quelli della Dna, preannunciando importanti rivelazioni sui retroscena del mondo dei collaboratori di giustizia.
Soltanto venerdì scorso un pentito, Giuseppe Di Maio, 33 anni, ex appartenente alla famiglia mafiosa palermitana del quartiere Guadagna, si era ucciso a Genova.