Deputato Questore dell'Assemblea Regionale Siciliana
e Componente della Direzione Regionale
del Partito Democratico
A poche ore dallo svolgimento di una importantissima Direzione
Regionale, scrivo la presente in quanto, come componente della
Direzione Provinciale, mi sarei aspettata una convocazione della
stessa ex-ante e non ex-post. Nel nostro Partito infatti, la
formazione della decisioni all’interno degli organismi deve derivare
dal recepimento della volontà popolare e dalle scelte indicate dalla
base seguendo il modello che pone, statutariamente ed attraverso
l’utilizzo delle primarie o del referendum, il cittadino elettore
(iscritto o simpatizzante) come elemento centrale e fondamentale. In
questo processo, che deve sempre partire dal basso, gli organismi
vanno quindi consultati a partire da quelli più vicini alla gente e
mai al contrario onde evitare che gli elettori di questo Partito
abbiano l’impressione di essere trattati come il “parco buoi” di una
dirigenza, spesso nominata e non eletta, il cui potere di
rappresentatività non è mai stato misurato dal contatto o dal consenso
popolare. La gente mi chiede come sia possibile che nella nostra
provincia, come nel resto dell’Italia Democratica, si siano
organizzati decine di incontri per mettere a punto delle proposte da
portare alla conferenza nazionale per il lavoro, e non si sia seguito
lo stesso metodo per ascoltare quali proposte e quali considerazioni i
circoli ed i simpatizzanti avessero da fare in tema di politica delle
alleanze o di governo regionale. Questo comportamento evidenzia quindi
un vecchio e pericoloso attaccamento a pratiche verticistiche che
erano proprie dei partiti di provenienza, che disorientano o indignano
i nostri elettori e che il Partito Democratico dovrebbe proporsi di
superare.
Oggi, a fronte di un congresso regionale conclusosi vittoriosamente e
che vedeva una posizione nettamente contraria ad accordi con l’attuale
Presidente della Regione, sono qui a chiedere, anche e sopratutto per
conto dei molti che si sono impegnati per questo risultato ed a cui si
deve rendere conto, che la Tua posizione in Direzione Regionale sia a
totale difesa dell’autonomia dei territori, delle primarie come metodo
di selezione e formazione delle candidature, della valorizzazione del
Partito Democratico come alternativo alle forme di governo sin qui
espresse in campo regionale. Decisioni di altro tipo, in presenza di
una richiesta di referendum improvvidamente congelata, sarebbero fuori
luogo e non legittimabili nei confronti di un corpo elettorale che
fatica sempre più a capire i reali motivi che stanno alla base delle
scelte del Partito Regionale e del Gruppo Parlamentare all’Assemblea
Regionale. Il tempo della responsabilità impone che il Partito
Democratico si adoperi sin da oggi per una valida alternativa di
governo da proporre ai cittadini. Dobbiamo democraticamente eleggere,
nel più breve tempo possibile, un Presidente legittimato dalla
vittoria popolare per favorire il rilancio della nostra terra ed
uscire da un torpore istituzionale che sta letteralmente seppellendo
quanto di buono proposto e realizzato dal nostro Partito. Spero,
inoltre, che Tu possa essere protagonista di una posizione chiara e
sostenere, come chiedono i tuoi elettori, che il Partito Democratico
non può e non deve sostenere nessuna forma di governo, nè tecnico nè
politico, con chi si trova a dialogare con mafiosi, e questo a
prescindere da una eventuale sentenza di condanna o di assoluzione che
non cambierebbe di una virgola la gravità e l’incompatibilità, con la
funzione e con il nostro Partito, dell’attuale Presidente della
Regione come di qualsiasi altra persona che si trovasse nelle stesse
condizioni.
Cordialmente