Il procedimento riparte da capo dopo che i giudici palermitani si sono dichiarati incompetenti territorialmente ed hanno rimesso gli atti all'autorità giudiziaria di Marsala. E anche oggi si procederà ad un rinvio, perchè Natoli, che ha già giudicato alcuni degli imputati quando era nel Tribunale di Sorveglianza a Palermo, si dichiarerà probabilmente incompatibile.
Nel procedimento sono imputati, oltre a Matteo Messina Denaro, Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano e Giovanni Stallone, accusati, a vario titolo, di avere posto in essere condotte dirette sia a curare la latitanza del boss castelvetranese, sia a consentire allo stesso l'esercizio delle funzioni di guida di Cosa nostra. Nel frattempo è stata depositata dal presidente Reanto Zichittella la motivazione della sentenza con la quale Matteo Messina Denaro è stato condannato nel Gennaio di quest'anno, sempre a Marsala, insieme a Giuseppe Grigoli.
L'operazione Golem 2, curata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, portò all'esecuzione di 18 arresti a Trapani per fare terra bruciata attorno al superboss Matteo Messina Denaro. Tutti gli arresti fanno infatti parte della rete di fiancheggiatori e persone vicine, vicinissime al boss.
Il blitz ha infatti coinvolto anche i familiari di Messina Denaro, portando all’arresto del fratello Salvatore Messina Denaro ed alle perquisizione nelle case della madre Lorenza dove vive anche la compagna del boss, Francesca Alagna. Salvatore Messina Denaro, insieme ad altri imputati, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. L’attività mafiosa della rete sarebbe stata la spartizione di lavori tra imprenditori organici o contigui a «Cosa Nostra» castelvetranese, regolamentarne o incentivarne le attività lavorative quali l’affidamento di lavori in sub appalto, condizionare nell’area di Castelvetrano il sistema produttivo del conglomerato cementizio, del movimento terra e di altri settori produttivi connessi, per la fornitura del calcestruzzo alle imprese che operavano nella zona di Castelvetrano.
È stato scoperto e disarticolato quello che era un verso e proprio servizio postale utilizzato negli ultimi 14 anni dal superlatitante Matteo Messina Denaro per comunicare, attraverso i pizzini, gli ordini del boss divenuto ormai il capo di Cosa Nostra