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11/10/2011 06:30:54

Brusca: "Riina mi parlò della trattativa prima della strage di via D'Amelio"

Il collaboratore di giustizia ha detto che Riina gli parlò di questa contrattazione con lo stato dopo l'attacco del 23 maggio 1992, che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie e alle guardie del corpo, e, prima dell'attacco che uccise, il 19 luglio di quello stesso anno, Paolo Borsellino e le sue guardie del corpo.

Il "pentito" è stato interrogato dai giudici di Palermo nell'ambito del processo in cui il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu sono accusati di favoreggiamento aggravato nei confronti di Cosa nostra per la mancata cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano nell'ottobre del '95 a Mezzojuso (Palermo).

Il 18 maggio, Brusca aveva già detto che nel 1992 Riina aveva inviato ai rappresentanti del governo le condizioni di Cosa Nostra per mettere fine all'ondata di attacchi, che non solo avevano portato alla morte Falcone e Borsellino, ma avevano anche ucciso vari civili in diversi attacchi compiuti a Firenze, Roma e Milano.

Brusca ha raccontato che Riina gli aveva detto che, dopo l'omicidio del giudice Falcone, il governo italiano era spaventato e avrebbe accettato di negoziare.

Un altro "pentito", Gaspare Spatuzza, avrebbe detto a Brusca che, nel gennaio 1994, Cosa Nostra aveva tentato di assassinare decine di agenti dei carabinieri in un maxiattentado allo stadio Olimpico di Roma. Ma l'attacco era fallito apparentemente a causa di un problema con l'esplosivo usato.

Spatuzza è accusato di aver compiuto più di 100 omicidi, compresi quello di Falcone e quello di Giuseppe Di Matteo, il bambino strangolato e sciolto nell'acido perché suo padre, Santino Di Matteo, aveva deciso di collaborare con la giustizia.