Un brutto voto sul registro spaventa probabilmente solo i meno giovani. Oggi, l’unico obiettivo dei ragazzi è quello di apparire vincenti tra i propri coetanei. Per usare il linguaggio adeguato, gli studenti vogliono essere “popular” (popolari) e non looser (perdenti).
A testimoniare l’esistenza delle due nuove categorie di cui tanto si parla tra i banchi di scuola, vi è uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Chicago. Infatti, secondo quanto emerge dalla ricerca, a pari capacità intellettive, nel corso della carriera universitaria ad avere la meglio sono i cosiddetti “popular”.
Sono stati monitorati 70 ragazzi universitari impegnati in un test di matematica. Al termine della prova, è stato prelevato un campione di saliva per rilevare, tra questi, la presenza dell’ormone dello stress che prende il nome di cortisolo.
Sian Beilock, coordinatrice dell’esperimento, ha spiegato che il risultato dello studio parla chiaro. Ovvero tra i meno dotati lo stress non faceva differenza, mentre tra i candidati ai voti più alti, l’effetto esame metteva in luce l’idea che il ragazzo aveva di sé. Dunque se era convinto di essere bravo in matematica, la pressione psicologica non faceva che potenziare i risultati, se invece, a pari capacità, si sentiva insicuro, la tensione finiva per penalizzarlo.
Ma a tutto c’è una soluzione e per superare questo ostacolo, la stessa psicologa consiglia di munirsi di carta e penna per elencare, quindici minuti prima della prova, le proprie ansie e preoccupazioni. Si tratta di un metodo utile per vincere le proprie insicurezze e ottenere i risultati agognati.
Lo psichiatra Vittorino Andreoli, afferma che la paura del fallimento scaturisce da un clima molto “giudicante”, in cui fondamentale importanza è data ai voti. Mentre sarebbe opportuno considerare la scuola soltanto come un luogo di incontro e di crescita.
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