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03/02/2012 05:24:27

D'Alì, è una via crucis. Tutto rinviato al 28 Febbraio. E spunta "Mafia e appalti 3"

Vicende ed episodi precedenti alla presidenza alla Provincia del Sen. d’Alì, e dunque ben datati e risalenti nel tempo. Le poche righe in cui d’Alì viene citato, in un corpus di oltre 500 pagine, erano già state estrapolate e da tempo depositate nel fascicolo della pubblica accusa, senza riscontro, e riteniamo di averne già escluso ogni rilevanza probatoria attraverso l’attività di indagine difensiva svolta».
 

14,00 - I legali che assitono D'Alì precisano che in realtà non è stata prodotta alcuna nuova documentazione da parte della Procura su D'Alì , ma il Pubblico ministero ha presentato un faldone di notizie di reato (circa 800 pagine) a carico di altri soggetti, e che non ha alcuna attinenza con la posizione di D'Alì. Si tratta in particolare, di notizie inerenti l'imprenditore trapanese Birrittella ed altri soggetti, che rientrebbero in un'operazione "Mafia e appalti 3", che tra l'altro non è ancora stata definita sotto il profilo cautelare. L'operazione "Mafia e appalti", che rivelò gli intrecci tra politica, mafia e imprenditoria a Trapani, ha avuto solo due tranche.  "Non capiamo l'attinenza di questi fatti con il senatore D'Alì" è il commento dell'avvocato Stefano Pellegrino, legale del Senatore.

12,30 - E' stato di nuovo rinviata, questa volta al 28 Febbraio, l'udienza che riguarda la discussione del rinvio a giudizio per il Senatore Antonio D'Alì. La vicenda sta assumendo toni un po' grotteschi, perchè ancora una volta è stata prodotta dalla Procura nuova documentazione a sostegno della richiesta di processare D'Alì per concorso esterno in associazione mafiosa, e quindi l'udienza è stata rinviata per permettere ai legali del Senatore di prendere visione delle nuove carte e procedere ad eventuali nuove memorie, o alla produzione di altra documentazione. Fatto sta che D'Alì sta affrontando un eventuale rinvio a giudizio che sta assumendo la dimensione di un  record temporale. "E' un caso assolutamente originale" aveva commentato D'Alì in occasione dell'ultimo rinvio. E chissà cosa penserà ora che la circostanza si è ripetuta.

09,00 - Oggi nuova puntata della lunghissima vicenda che riguarda la richiesta di rinvio a giudizio per il senatore Antonio D'Alì, accusato dalla Procura della Dda di Palermo di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Gup Gianluca Francolini sarà chiamato a decidere se rinviare o no a giudizio D'Al'. Lo scorso Dicembre si era rinviato tutto perchè il Pm Andrea Tarondo aveva depositato nuove carte, tra cui le dichiarazioni dei due pentiti, Antonino Giuffrè, ex braccio destro di Bernardo Provenzanzo, e Tullio Cannella. La Dda ha presentato verbali di sommarie informazioni rese dall’ex moglie del senatore, la signora Picci Aula e  dichiarazioni rese dall’ex vice presidente vicario di Confindustria Giuseppe Marceca.

Anche la difesa di D'Alì, composta dagli avvocati Gino Bosco e Stefano Pellegrino, ha giocato le sue carte, ed ha depositato  le sentenze di alcuni processi alla mafia trapanese in cui, come sottolineano, "non si fa alcun accenno al senatore D'Ali'". Citato inoltre come teste l'ex capo della polizia, il prefetto Gianni De Gennaro. Durante l'udienza preliminare alcune associazioni antiracket tra cui quella marsalese 'Io non pago il pizzo' e il Centro Pio La Torre, hanno chiesto la costituzione di parte civile.

In passato per due volte la Procura palermitana aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta ma il gip aveva disposto nuove indagini. A ottobre la Dda aveva chiesto il rinvio a giudizio di D'Ali', accusato di "avere messo a disposizione di Cosa nostra le proprie risorse economiche e successivamente il proprio ruolo istituzionale di senatore e di sottosegretario". Secondo l'accusa D'Ali' sarebbe intervenuto "ripetutamente presso organi istituzionali e uffici pubblici al fine di inibire o ostacolare le iniziative a sostegno delle imprese sequestrato o confiscate".

Antonio D'Alì, ’attuale presidente della Commissione Ambiente del Senato, è stato sottosegretario all’Interno durante il Governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006.

«Il mio – ha detto D’Alì dopo la scorsa udienza - è un caso assolutamente originale. Anni di indagine hanno portato ad una richiesta di archiviazione e senza che il Gip la rigettasse tale richiesta è stata trasformata all’improvviso in richiesta di rinvio a giudizio. Nel panorama delle originalità e degli errori che la nostra giustizia ci riserva questa è quella che oggi riguarda il cittadino Antonio d’Alì. Evidentemente vi sono una o due persone che stanno facendo sforzi immani per farmi apparire diversamente da quel che sono, cioè una persona perbene ed onesta. Sono comunque certo che non ci riusciranno".