consegnata alla Commissione parlamentare antimafia. A preoccupare gli investigatori e' anche il ritorno dell'uso dell'omicidio ''come strumento per la risoluzione di problemi dell'organizzazione, che la stessa aveva abbandonato per tutto il 2010, senza dire - aggiunge la Dna - che l'ultimo omicidio certamente di rilevanza interna all'organizzazione risaliva al 2007 con l'omicidio di Nicola Ingarao del giugno del 2007''.
Dopo l'assoluta assenza di omicidi di tipo mafioso nel 2010, nell'intero distretto di Palermo, nel 2011 si sono verificati 5 episodi delittuosi.
Nella relazione della Dna si conferma che la citta' di Palermo ''e' e rimane il luogo in cui l'organizzazione criminale esprime al massimo la propria vitalita' sia sul piano decisionale, sia sul piano operativo, dando concreta attuazione alle linee strategiche da essa adottate in relazione alle mutevoli esigenze imposte dall'attivita' di repressione continuamente svolta dall'autorita' giudiziaria e dalla polizia giudiziaria''.
La mafia sta ponendo in essere continui tentativi volti a ristrutturare e fare risorgere le strutture di governo dell'organizzazione criminale, pesantemente colpite dalle iniziative investigative e processuali dell'ultimo decennio.
Intanto le organizzazioni mafiose si stanno ristrutturando e riorganizzando, mantenendo intatte le capacita' di vitalita' e estrema pericolosita'. Quindi, si conclude, ''non ci si puo' illudere sul fatto che lo Stato, approfittando della sua momentanea debolezza, possa piu' agevolmente e definitivamente sconfiggerla''.
Sempre secondo la Dna la mafia sembra ormai ''aver attraversato e superato, sia pure non senza conseguenze sulla sua operativita', il difficile momento storico dovuto alla fruttuosa opera di contrasto dello Stato ed aver recuperato un suo equilibrio''.