Un doppio risultato per l’Italia che fra i 45 componenti della commissione piazza accanto a Sonia Alfano, come primo di quattro vice presidenti, un altro siciliano, Rosario Crocetta, l’ex sindaco di Gela, tessera Pd, protagonista di tante battaglie anche vicino al nuovo corso di Confindustria.
ITALIANI IN PRIMA FILA – Qualcuno mugugna per questa doppia guida targata Italia, ma è la stessa Alfano a sciogliere ogni polemica: «Ci accusate sempre di avere esportato il peggio e stavolta mettiamo a disposizione tutta la competenza acquisita da siciliani che hanno vissuto le tragedie sulla propria pelle». Ma importanti sono gli obiettivi da raggiungere, come spiega la neo presidente: «Lavoreremo subito a un piano di contrasto al crimine organizzato, alla corruzione, al riciclaggio di denaro per giungere a un testo unico antimafia e consentire il varo di direttive capaci di aggredire i patrimoni dei mafiosi in tutti i Paesi europei...».
COLLETTI BIANCHI - Siamo alla prospettiva di clonare una legge italiana come quella voluta da Pio La Torre, ucciso il 30 aprile di trent’anni fa, ma varata solo dopo il sacrifico del prefetto Dalla Chiesa. Proprio a questa storia segnata da tanti sacrifici si richiama Sonia Alfano puntando il dito contro i fiancheggiatori dei boss: «Dobbiamo cercare di stanarli ovunque si nascondano in Europa, soprattutto fra i "colletti bianchi", con massimo rigore contro chi macchia le istituzioni, contro chi le inquina e le piega ai propri interessi. Considerando tutto questo una aggravante. Agendo in piena sintonia fra autorità giudiziarie, apparati investigativi e agenzie come Europol, Interpol, Eurojust, Olaf, l’ufficio antifrodi, Corte dei conti europea...».
CONFINI MAFIOSI - L’unione delle forze in campo è l’obiettivo della Alfano: «Bisogna che dentro tutti gli Stati membri si parli la stessa lingua nella lotta al crimine. L’Europa ha perso tempo nel prendere coscienza, mentre la mafia non ha mai considerato un problema i confini geografici. Per fare questo ascolteremo procuratori dei vari Paesi, gli investigatori, le associazioni che si occupano di contrasto al crimine».
POLEMICHE SICILIANE - Restano lontane da Strasburgo le polemiche siciliane che hanno diviso il fronte antimafia soprattutto sulla tornata elettorale di Palermo dove Rita Borsellino, anche lei eurodeputata e componente della stessa commissione europea, è stata contrastata come candidato sindaco dalla Alfano e da Crocetta, entrambi sostenitori di Fabrizio Ferrandelli e adesso contrari a Leoluca Orlando. «È stata Rita la prima a venirmi incontro congratulandosi con un bacio», rivela la Alfano.
POTERI A BRUXELLES – Sui poteri della Commissione antimafia evita ogni equivoco la stessa neopresidente: «Non vogliamo sostituirci a nessuno. Noi vogliamo consegnare gli strumenti legislativi alla Commissione Europea di Bruxelles perché su dati concreti proceda alle necessarie direttive».
FIERA DEL PADRE – Lavorerà per oliare i meccanismi europei della giustizia Sonia Alfano, anche se il massacro di suo padre è rimasto sostanzialmente privo di giustizia, con processi fatti e smontati, polemiche infuocate contro alcuni magistrati, assassini e mandanti in libertà. Non a caso dice che il primo pensiero al momento dell’elezione è andato al cronista caduto sotto casa: «Voglio essere una figlia all’altezza del padre che ho avuto».
LA CASTA DEI GIUDICI - Per farlo è pronta ad azioni incisive, in ogni direzione: «So che da oggi c’è qualcuno che non dormirà sereno. Alcuni sanno benissimo che per noi, per me, è l’occasione per rispondere con visite mirate ai ritardi di quanti amministrano male la giustizia. Ci sono uffici in cui scatta una sorta di auto protezione degli stessi magistrati. Come fossero una casta che si auto protegge. Penso per esempio al distretto di Messina e a quello di Catania dove bisognerà accendere qualche riflettore».